Giacomo Mojoli fa appello alla Puglia affinché si apra, non cada nell’inganno di una autoreferenzialità narrativa, trovando il coraggio di esplorare l’oceano blu di possibilità. «La contaminazione, l’ibridamento deve avvenire attraverso progetti concreti» spiega il fondatore di Slow Food durante una sessione della quarta edizione dei Colloqui di Martina Franca.
Il filosofo ha affrontato il tema della necessità di attivare una serie di azioni affinché il cambiamento possa divenire possibile. Azioni e idee concrete, capaci di autosostenersi: «Nei prossimi dieci anni questa regione deve vincere una scommessa: una volta acquisita l’identità è necessario generare scambio e apertura. La Puglia ha identità da vendere, è una delle regioni che ha qualcosa da dire dal punto di vista agricolo, storico, artistico. Dentro questa identità, la sfida è lo scambio, ma da portare nella progettazione».
La necessità di metticciarsi si può declinare anche al futuro, suggerendo ai giovani presenti in Biblioteca Comunale quale strada intraprendere per il proprio futuro: «Il futuro è dei giovani con le teste ben fatte, non piene. A Martina Franca ho trovato innovazione nel ragionamento».