E’ il comasco Max Angioni il vincitore del 24° Festival del Cabaret di Martina Franca. La vittoria è andata ad un monologhista classico capace di offrire un cabaret con tematiche sociali fresche e giovanili, associate ad una capacità interpretativa energica e positiva. Queste le motivazioni espresse dalla giuria presieduta dall’autore Fabio Di Credico, che ha dovuto scegliere tra un gruppo di finalisti giovane, cercando di premiare anche il talento in prospettiva futura. Giovane è anche il vincitore del premio della critica, Amedeo Abbate, premiato per un cabaret di ricerca, coraggioso e innovativo, poco verbale, molto fisico e giocato su una “sospensione scenica” che crea ilarità. Questi i verdetti di un Festival capace di confermarsi anche al cospetto del numero ristretto di pubblico; abile nel trovare, sempre e comunque, la via del successo grazie alla oculata scelta degli artisti da alternare sul palco. Si è riso di qualità grazie alle performance di Pablo e Pedro, Chicco Paglionico, i “Villa per bene”, Luca Klobas, Dario Cassini, Vincenzo Comunale, Vincenzo De Luca, Mago Cofano, i “Tribemolle”, Massimo Bagnato, Claudio Sciara, Alvalenti, Vincenzo Albano e Riccardo Rossi, che ha ricevuto dalle mani del sindaco Franco Ancona il premio “Città di Martina Franca”. A ciò si è aggiunto il premio “Sirio” dato a Leo Muscato, regista e drammaturgo, orgoglio martinese ed espressione della genialità artistica della nostra terra.
Il viaggio vincente dal festival ha trovato nei conduttori Mauro Pulpito e Debora Villa i giusti chauffeur, che hanno confermato la loro grande e funzionale intesa sul palco nel dettare i tempi dello spettacolo e nel saperne alzare i ritmi al momento giusto: classici, ironici, spalle comiche, improvvisatori, tanta roba, insomma, per una coppia diventata, ormai, icona del festival organizzato dall’associazione culturale “Sirio”. Citazione finale per l’Orchestra Mancina che, ancora una volta, con il loro pentagramma energico e “gitano” ha saputo garantire una cornice musicale forte ad un festival che va agli archivi con l’ennesimo successo.
“Ci auguriamo che la festa dei 25 anni – ha detto a fine serata Giovanni Tagliente, patron del Festival, pensando alla edizione del 2021 – possa ritrovare la sua intera cornice di pubblico. Abbiamo lasciato 600 sedie vuote e da domani ci metteremo al lavoro per celebrare un grande ‘festival d’argento’ da dedicare alla gente che non è potuta entrare”.