Continua la vendita abusiva di prodotti non rientranti nei codici Ateco autorizzati. Ennesimo appello dei commercianti: ‘Questo abuso va fermato! La mancanza di controlli favorisce l’illegalità’. Confcommercio Taranto chiede che il Prefetto di Taranto, Demetrio Martino, inviti le amministrazioni comunali a predisporre l’attività di controllo.
Negozi aperti, negozi chiusi: la differenza tra gli esercizi commerciali in area rossa autorizzati alla vendita non è sempre netta, essendovi attività che possono comunque continuare ad effettuare la vendita al dettaglio, ma solo di una parte dei prodotti rientranti nei codici Ateco autorizzati (allegati 23 e 24). Esempio: se per un’attività il codice Ateco primario è l’abbigliamento per bambini ma poi vende anche l’abbigliamento per adulti, questa dovrà limitarsi alla esclusiva vendita di confezioni per bambini, ritenuti beni essenziali; la esposizione degli altri prodotti dovrà essere ben differenziata cioè organizzata in modo tale da non ingenerare confusione. Una differenza che può sfuggire al consumatore (se poco informato), ma non certamente al commerciante che ormai dovrebbe conoscere a memoria -dopo i tanti decreti- l’elenco delle attività e codici Ateco che restano aperti nel DPCM Draghi 6 marzo 2021.
È chiaro che il mancato rispetto di queste regole crea confusione nel cittadino che non ha un quadro chiaro dei limiti entro i quali può effettuare i suoi acquisti senza incorrere in situazioni di irregolarità ed alimenta la concorrenza illegale nei confronti delle attività commerciali costrette alla chiusura totale.
L’unica soluzione dinnanzi a questa ingiustizia -che alimenta la discriminazione tra le imprese, favorisce l’illegalità ed ingenera tensione e rabbia tra gli operatori esclusi- è l’attività di controllo da parte delle autorità preposte. Di qui il nuovo appello al Prefetto di Taranto, a voler predisporre una efficace attività di controllo. Purtroppo ad oggi, nonostante le ripetute richieste, non vi è stato un adeguato riscontro.