Il turismo riparte, ma mancano i lavoratori stagionali. Da nord a sud, la problematica è comune. Secondo gli ultimi dati Istat, con la pandemia il Paese ha perso un milione di posto di lavoro e i giovani sono stati i più penalizzati (circa il 30%), ciò malgrado il settore del turismo questa estate denuncia grosse carenze di personale. Un problema che rischia di incidere negativamente sulla ripartenza del settore.
Sul tema a livello nazionale era già intervenuto nei giorni scorsi il presidente di Fipe Confcommercio, Lino Stoppani, spiegando la drastica riduzione di addetti nel settore dei pubblici esercizi (ristoranti e bar) con lo spostamento degli operatori in piena pandemia verso settori ritenuti più sicuri come la GDO, la logistica.
Anche in Puglia nei giorni scorsi la stampa ha riportato l’ennesima polemica tra un noto imprenditore salentino, secondo il quale i giovani preferirebbero il reddito di cittadinanza alla offerta di un posto di lavoro, e la segretaria di CGIL Lecce, Valentina Fragassi, che contestava tale accusa invitando l’imprenditore a rivolgersi alle imprese di somministrazione del lavoro piuttosto che a canali alternativi.
L’esperienza dell’Ufficio Lavoro di Confcommercio Taranto, in questa nuova fase di ripresa, testimonia l’avvio di un buon numero di tirocini formativi (complessivamente 66 in poche settimane tra Taranto e provincia, con una prevalenza di attivazioni nel settore ristorazione e dell’ospitalità alberghiera).
“I nostri uffici – commenta Tullio Mancino, direttore di Confcommercio Taranto- sono costantemente a lavoro per formare i più giovani alle professioni dell’accoglienza e della sala, introducendoli poi in programmi di inserimento lavorativo presso le nostre stesse aziende di settore. Aggiungiamo che molti di essi hanno trovato una occupazione stabile grazie a questa opportunità, invogliando chi ha appena terminato un percorso di studi o non ha un lavoro a contattarci. Inoltre, tutti i nostri corsi ed i tirocini formativi sono tenuti e seguiti dagli stessi operatori del settore poiché ciò che maggiormente ci interessa è fornire ai ragazzi strumenti pratici per acquisire quelle competenze e conoscenze che cercano le aziende”
Al di là dei casi specifici certo è che il fenomeno andrebbe affrontato nella sua complessità, attraverso politiche ad hoc, compreso la destagionalizzazione del turismo in una regione come la Puglia che ha i numeri per puntare su la stabilizzazione del settore. Ovviamente, occorrerebbe concentrare gli sforzi sulla formazione continua per la creazione di competenze specifiche (aiuto cuochi, responsabili di sala) che sono molte richieste e che purtroppo risultato introvabili.