Giovedi scorso l’associazione Upward ha organizzato sulla piattaforma Zoom la presentazione del libro “Storia di un figlio. Andate e ritorno” (edito da Baldini+Castoldi) scritto da Fabio Geda ed Enaitollah Akbari. Dopo dieci anni dall’uscita di “Nel mare ci sono i coccodrilli” che termina nel 2008, quando Enaiat parla al telefono con la madre per la prima volta dopo il lungo e avventuroso viaggio che dall’Afghanistan l’ha condotto in Italia, a Torino, ci si chiede: cosa è successo alla sua famiglia prima di quella telefonata? In quali modi è rimasta coinvolta dalla “guerra al terrore” iniziata nel 2001? E com’è cambiata la loro vita e quella di Enaiat da quando si sono ritrovati fino a oggi, al 2020? Ora che non è più un bambino, ma con la stessa voce calda che abbiamo imparato ad amare, Enaiat ci accompagna attraverso la vita sua e non solo, lungo un pezzo di storia che riguarda tutti. È per questo che Upward ha deciso di invitare proprio l’autore e il suo protagonista per dialogare con loro e conoscere più da vicino questa appassionante storia vera. Uno strepitoso e colloquiale Fabio Geda e un timido ma profondo Enaiatollah hanno interagito con le due moderatrici, Chiara Convertini e Michela Pignatelli, associate di Upward.
L’autore Fabio Geda, amante della scrittura, diventa lo strumento di conoscenza della storia di un ragazzo che ha dovuto abbandonare la sua terra e la sua famiglia per un futuro incerto e ignoto ma forse migliore. “Ascoltare la storia di Ena è stato un grande dono” – racconta Geda – “credo che qualunque occasione si abbia per ascoltare storie si debba cogliere al volo. Raccontarla e scriverla, poi, è stata una restituzione. “Storia di un figlio” è un libro nato da una relazione, da un’amicizia profonda, quella tra me ed Ena”.
Enaiatollah, con il cuore tenero ma l’animo forte, racconta la sua nuova vita, conservando il desiderio di poter costruire una famiglia e poter tornare nella sua amata terra: “Ho due sogni. Uno piccolo, ma realizzabile, è che mia moglie, arrivata da poco tempo in Italia, possa sentirsi accolta e integrata e amare questo Paese come lo amo io. L’altro, più grande, è quello di tornare in Afghanistan e poter costruire un progetto che riguardi l’Istruzione nella mia Terra in segno di riconoscenza verso il mio Maestro. È con quella che possiamo migliorare, a piccoli passi, il Mondo”.
Una serata all’insegna dell’attualità, dunque, tra i temi dell’informazione, della scuola, della burocrazia, dell’immigrazione, dell’integrazione ma anche all’insegna dei ricordi, delle emozioni, della passione e dei desideri. “Storia di un figlio” è questo: un viaggio tra i sentimenti, i sogni e le paure di un giovane ragazzo. Leggere è come tessere mille vite, e leggere “Storia di un figlio. Andata e ritorno” significa tessere la storia di Ena e di tanti che come lui, ancora oggi, sono costretti a lasciare le proprie radici con la speranza di una vita migliore.
Chiara Convertini