Giovedì 3 agosto, alle ore 20:30, presso il Villaggio Sant’Agostino, avrà luogo la serata conclusiva della V edizione del “Magna Grecia Awards Fest”.
L’appuntamento prevede un incontro-dibattito sul tema “Sotto Scorta. Racconti di una vita a metà”, al quale prenderanno parte il giornalista Paolo Borrometi, il Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e il sacerdote don Antonio Coluccia che dialogheranno tra di loro sulle grandi questioni aperte della lotta contro la malavita organizzata.
L’evento è patrocinato dall’Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Martina Franca, guidato dal prof. Antonio Scialpi.
Don Antonio Coluccia, prete di origini pugliesi, vive sotto scorta per aver subito diverse minacce di morte. Nel 2000, giovanissimo operaio di un calzaturificio di Tricase, decise di cambiare vita per donarsi a Dio ed aiutare gli ultimi e gli emarginati. Nel 2012 ha fondato l’opera Don Giustino onlus, una comunità che opera alla periferia di Roma Nord e aiuta coloro che vivono ai margini. Ha trasformato la villa confiscata a un boss della Banda della Magliana in una casa di accoglienza. Domani sera riceverà il Premio Magna Grecia Awards “Eccellenza – Franco Salvatore“, edizione speciale per i vent’anni del noto riconoscimento, già assegnato al Presidente del Senato Pietro Grasso.
Paolo Borrometi è un giornalista siciliano, è collaboratore dell’Agenzia Agi, fondatore e direttore della testata giornalistica online “La spia”. Dal 2015 è stato costretto ad abbandonare la Sicilia e a trasferirsi a Roma dove vive sotto scorta per aver subito intimidazioni e attentati, il più grave dei quali, un agguato in piena campagna, il 16 aprile del 2014, quando fu aggredito alle spalle da due uomini incappucciati che gli causarono la frattura dei tendini di un braccio. Ha pubblicato diverse inchieste sul clan di Scicli da cui sono scaturite le indagini della magistratura sulle infiltrazioni mafiose nel Comune siciliano e il successivo commissariamento.
Giuseppe Antoci è il presidente del Parco siciliano dei Nebrodi. Ha messo in atto diversi protocolli di legalità per evitare la concessione di ampie zone di pascoli alla mafia. Vive anche lui sotto scorta per essere stato vittima di un grave attentato nel maggio 2016, e di numerose minacce. È notizia di qualche giorno fa un falso allarme bomba a pochi metri dalla casa dello stesso Antoci.