“Siamo lontani anni luce dalla messa in sicurezza della strada statale 100. Se non si interviene su quell’arteria ad alto indice di sinistri, si continuerà a morire sotto l’indifferenza e la complicità di chi, invece, avrebbe potuto avere un peso nella risoluzione del problema”.
Sono le parole di Vanni Caragnano, presidente del Comitato Strade Sicure, al termine del vertice tenutosi, questa mattina, in Prefettura, per esaminare la situazione della viabilità e della sicurezza della 100, così come lo stesso Caragnano aveva più volte richiesto.
All’appello, oltre al prefetto Donato Giovanni Cafagna, hanno risposto il questore Stanislao Schimera, il dirigente della Sezione Polizia Stradale Nicola Manzari, il vicepresidente della Provincia Raffaele Gentile, il responsabile coordinamento territoriale Anas Matteo Castiglioni e l’ingegnere Carlo Pullano sempre per l’Anas. Presenti anche il direttore Società Autostrade per l’Italia per l’8° tronco Bari – Pescara Lamberto Perulli, Cosimo Fungoso, presidente Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada e Battista Baccaro per il 118 Taranto. In prima linea, anche i sindaci di Mottola e Laterza, Giampiero Barulli e Gianfranco Lopane.
Per l’Anas, in assenza di fondi e di mancata pianificazione, sulla 100 nel tratto compreso tra Gioia e Massafra non si può intervenire se non attraverso il rifacimento della segnaletica stradale e verticale, del manto stradale e con la rilevazione della velocità. “Un’analisi troppo superficiale – ha detto Vanni Caragnano – come altrettanto superficiali sono gli interventi proposti”.
Eppure, la 100 è tra le strade pugliesi a più alto indice di mortalità, così come emerge dalla relazione fornita dall’Arem, l’Agenzia regionale per la mobilità nella Regione Puglia.