Anche questa decima edizione dei Colloqui di Martina Franca non si chiude con una risposta ma con domande che rimangono aperte, ma che è importante farsi. “La parola” spiega Vito Albino, a cui tradizionalmente sono affidate le conclusioni, «è quella che mette in moto il coordinamento, che crea comunità».
Oltre cento partecipanti, imprenditori, professionisti, studenti, da tutta la Puglia, si sono ritrovati nella cornice della Società Operaia di Martina Franca a riflettere sui temi dell’evento. Dall’evoluzione della comunicazione della chiesa, come ha illustrato aprendo l’evento padre Giuseppe Buffon, introdotto da Lella Miccolis, mettendo in evidenza il rapporto tra fusioni e con-fusioni nel sistema ecclesiastico, la reale dinamica che ha portato all’evoluzione della Chiesa nel tempo. È toccato a Stefano Cristante, introdotto da Massimiliano Martucci, raccontare come si forma e come si è evoluta l’opinione pubblica, trasformandosi in emozione pubblica. Giordano Santoro ha invece presentato Emanuele Cappelli, brand designer internazionale, per un intervento nel quale è stato raccontato quanto valga, da un punto di vista di comunicazione, riuscire a mettere a fuoco gli autentici valori su cui si fonda un’azienda. Aziende che possono essere protagoniste anche di creazioni di reti virtuose tra esseri umani, come ha sostenuto Marco Morganti, accompagnato da Augusto Masiello.
Ma è stata la riflessione sulla intelligenza artificiale a polarizzare il dibattito, anche grazie all’intervento di Pasquale Viscanti e Giacinto Fiore, introdotti da Vincenzo Barbieri. Tra ottimismo e paura, l’intelligenza artificiale sarà quello che l’uomo deciderà attraverso, appunto, il dibattito e la parola. Una parola come quella in cui rimane intrappolato Amleto, come ha spiegato Elisa Fortunato, introdotta da Mariella Lepore, o come quella su cui si basa la relazione tra medico e paziente, come hanno raccontato i medici Filippo Tamma e Petronilla Battista, introdotti da Pierino Chirulli.