Il 17 febbraio, di scena Sergio Cammariere, tra gli interpreti più raffinati ed eclettici della musica italiana che, accompagnato da una formazione di straordinari musicisti, rivisiterà i suoi grandi successi e presenterà gli inediti del suo ultimo album: “Una sola giornata”, 13 canzoni nate dal felice sodalizio che si consolida anche in questo ultimo lavoro discografico con il poeta Roberto Kunstler.
Uno spettacolo che rispecchia l’animo e l’approccio musicale unico dell’artista in una perfetta combinazione tra intensi momenti di poesia, intrisi di suadenti atmosfere jazz e coinvolgenti ritmi latini, intrecciati a calde atmosfere bossanova.
“Una sola giornata” è un disco prezioso e ispirato. Canzoni che conducono l’ascoltatore in un viaggio senza luogo e senza tempo, perchè per definizione musica e poesia non conoscono confini.
“È ancora una volta l’amore a farla da padrone nel nuovo lavoro di Cammariere – si legge nella nota di presentazione del nuovo lavoro discografico – ma il sentimento è immerso in un contesto più ampio, alla ricerca di una consapevolezza in cui il particolare tende all’universale, tra suadenti note jazz e coinvolgenti ritmi latini. Questa affascinante indagine sui sentimenti si apre con “Una sola giornata”, brano che dà il titolo all’album e racconta gli incontri di una vita, le speranze e i sogni a volte infranti dall’incedere del tempo. Ma anche di come, in realtà, tutta l’esistenza sia riconducibile ad una sola giornata: il susseguirsi di quell’eterno attimo che è il presente.
I rintocchi del tempo e il significato profondo dell’amore si ritrovano anche nella dolce melodia di “Acqua nell’acqua”, una delle canzoni più suggestive della raccolta, che lascia il passo alla tenera dedica di “Qualcosa poi verrà” con la sua storia che non teme l’eternità, alla poesia malinconica di “E tu diventi più vera”, fino all’aria sognante di “Di te che ho bisogno”.
Ma se la passione muove e dà un senso alla vita di ognuno di noi, è anche vero che può duramente ferirci. Così Cammariere mette in musica lo smarrimento di un abbandono, il dolore di una separazione in “E puoi chiamarmi amore” e “Se tu non mi amerai”, nelle atmosfere saudade di “Una carezza assente”, nei versi inquieti di “Valzer di Chimere”, nella speranza mai sopita di “Come un fuoco mai spento”.
È invece frutto del lockdown “I fiori parlano”, un tango scritto nei mesi della pandemia: nel silenzio surreale di quei giorni è la natura a far sentire la sua voce mentre l’uomo sembra soltanto una nota stonata nell’universo, responsabile tra guerre e distruzione di aver dimenticato la sua unione con la Terra e quel fondamentale senso di appartenenza ad essa.
A trascinare l’ascolto verso atmosfere più lievi ci pensa lo swing di “Colorado” con i suoi versi allegri e surreali, e ancora “Regina del mio mondo”, un divertissement alla Buena vista social club che è accompagnata dal videoclip scritto e diretto da Cosimo Damiano Damato”.