La prima pietra dell’attuale edificio in stile rococo’ della Collegiata di Martina Franca fu posta nel 1747 ma la Basilica di San Martino, dedicata al vescovo di Tours vissuto nel IV secolo d.C., in realtà è solo l’ultima costruzione erede del primo edificio pre-angioino che occupava più o meno l’area dell’attuale presbiterio e il tempio in stile tardo-romanico a tre navate, grande quanto l’attuale chiesa.
Nella chiesa elevata a Basilica minore da Papa Giovanni Paolo II dovrebbero officiarsi le nozze del portierone della nazionale tedesca Manuel Neuer, una sorta di leggenda vivente del calcio germanico e mondiale. Innamoratosi delle bellezze della città ducale e della valle d’Itria in genere, dove ha trascorso alcuni giorni di vacanze, sembra aver scelto la Basilica di San Martino per il suo matrimonio.
Progettata da un ingegnere bergamasco residente a Martina, Giovanni Mariani, la Basilica di San Martino può vantare una scultura monumentale opera di Giuseppe Morgese e dei figli Francesco e Gaetano, originari della vicina Ostuni, insieme a Pasquale Montanini, scultore di Francavilla Fontana.
La facciata è alta 37 metri e poggia su una base di 24 ed è realizzata in pietra calcarea locale con l’elemento più rilevante che è l’altorilievo di San Martino che taglia il mantello. Tutto ruota intorno alla vicenda della generosità di San Martino che incontrato un mendicante seminudo non esitò a dividere in due il suo mantello per cederne metà a chi ne aveva bisogno. Un episodio ancor più significativo visto che Martino non solo si convertì al cristianesimo ma dopo alcuni anni lasciò anche la carriera militare e il suo grado di ufficiale per darsi prima all’eremitaggio e poi divenire addirittura vescovo.
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Organizzata su una pianta a croce latina con un’unica navata sulla controfacciata vi sono un cavallo libero da briglie, simbolo della città di Martina Franca e una lapide commemorativa con iscrizione latina che cita il riconoscimento del titolo di Collegiata concesso dal re Ferdinando II di Borbone nel 1842.
Il primo altare è dedicato a San Girolamo Emiliani o Miani, in quanto fu commissionato nel 1775 dalla nobile Maria Idria Miani, la cappella successiva, costruita nel 1764, è dedicata alla Natività, mentre l’altare maggiore, in marmo policromo nella nicchia centrale ospita la statua di San Martino in paramenti vescovili, In alto, al centro, spicca la vetrata dell’Incontro di San Martino con il Povero mentre sulla parete di sinistra c’è il dipinto a olio di Michelangelo Capotorto raffigurante la Pentecoste (1769), e di fronte, c’è il grande organo nascosto da una grande balconata lignea con decori dorati.