La satira è una cosa seria. Non è semplice ironia o banale ilarità, la satira è un’arte, un modo di esprimere, di comunicare. La satira è una cosa talmente importante che è sancita dalla nostra Costituzione italiana all’articolo 21, riferimento costituzionale per una serie di problematiche, quali quella del pluralismo informativo e dei diritti di cronaca e satira.
Nessuno tocchi la satira, chi lo fa è contro la stampa, contro la libertà e quindi contro di noi
Ma la satira è materia complessa, temuta per la sua potenza comunicativa, fastidiosa per chi ne diventa oggetto, ma estremamente efficace se esercitata con criterio e professionalità, come nel caso delle grandi firme di Vauro o Altan, e anche dello stesso Pillinini sulla Gazzetta.
Quella dei “Magazzini Ferry 74015” è una satira moderna, orientata verso il web, ma accessibile a tutti e quasi sempre capace di strappare un sorriso, per questo preziosa e il più delle volte geniale. Eppure a volte può capitare di sbagliare!
Veniamo ai fatti
Nei giorni scorsi la pagina “Magazzini Ferry 74015” ha pubblicato un meme (oggi le vignette sul web si chiamano così, ndr) in cui era raffigurata l’immagine della statua di Padre Pio di piazza Umberto con una mascherina, circondato in fotomontaggio da diversi agenti di Polizia. In accompagnamento c’era un un copy con riferimenti sessuali in cui era coinvolta la persona di Angelo Gianfrate, il quale – offeso dall’accaduto – ha presentato formale denuncia.
Vi ricordate il caso Charlie Hebdo?
Charlie Hebdo è un periodico settimanale satirico francese. Ve lo ricordate? Nel gennaio 2015 la sua sede a Parigi rimase vittima di un attentato rivendicato da ambienti vicini ad Al Qaeda, dopo che il periodico si era reso protagonista di alcune vignette satiriche aventi a oggetto la religione musulmana. Venne utilizzato in diverse parti d’Europa e del mondo lo slogan Je suis Charlie (“Io sono Charlie”), usato per mostrare vicinanza al giornale, fino a quando nelle settimane successive in copertina ci finì anche Roma e la religione cattolica e qualche tempo più tardi divenne oggetto di satira persino il terremoto di Amatrice in cui persero la vita oltre 300 persone. Pessimo gusto e stile discutibile!
La satira ha le sue regole
Per essere riconosciuta ogni cosa deve avere le sue regole. La satira è una cosa seria, spesso è un gioco, ma con le sue regole, come nello sport. Mai scherzare con la religione (e quindi con i santi), e lo stesso vale per i morti. Due “regolette” semplici semplici, ma essenziali, il resto è un “liberi tutti” sì può parlare di ogni cosa, affrontare ogni tema con lo stile e la grammatica che è tipica della satira, senza prendersi troppo sul serio, pur rimanendo tale. Ma religione e morti sono zona franca, è una regola non scritta, ma esiste.
Chi conosce Angioletto..
Angelo Gianfrate è persona “sanguigna” da sempre, fin dai tempi dello stadio con i “Fedelissimi”, poi anche in politica (spesso diventando oggetto di discussione per alcune sue uscite, ndr), ma dimostrandosi sempre un passionale in generale nella vita. Mi permetto di parlare di una cosa personale come la sua fede solo perché fu lui stesso a parlarne nel corso di una mia intervista a Puntoradio. Allora lui stava attraversando un momento particolare della sua vita, in cui la fede e Padre Pio gli furono un valido sostegno. Angioletto ci mette tanta passione nelle sue cose, ecco perché si sente offeso, ma a Martina Franca lui è persona pubblica.
Non si è mai visto nessuno felice di essere oggetto di satira
Non lo sarà neppure Gianfrate, ma è innegabile che i contenuti di quella vignetta siano di cattivo gusto.
Può capitare a tutti di sbagliare, l’importante è chiedere scusa, magari facendolo in grande stile, con creatività e con un’altro meme.
Ottavio Cristofaro