I gestori degli alberghi dei bar e dei ristoranti in Italia sono in profonda crisi fin dal mese di febbraio 2020. Il calo del fatturato è stato di oltre l’80% rispetto all’anno scorso. È impossibile per i gestori pagare gli affitti dei locali dove svolgono la loro attività. Se dunque c’è una riduzione di valore di un bene o servizio, di conseguenza deve esserci una riduzione del prezzo di fruizione di tale bene o servizio.
I crediti di imposta proposti dal governo italiano non sono sufficienti per permettere la continuità aziendale delle imprese del settore alberghi, bar e ristoranti. Questi coprono solo una minima parte dei costi fissi.
La richiesta
Chiediamo al Consiglio Superiore della Magistratura e al governo di intervenire in tal senso. Chiediamo di bloccare gli sfratti, di bloccare i decreti ingiuntivi che obbligano i gestori di alberghi, bar e ristoranti di pagare l’affitto per i mesi in cui tali attività sono rimaste vuote. Chiediamo anche al governo di ristorare i proprietari degli immobili perché anche loro stanno subendo un danno.
Alcuni Tribunali, come ad esempio Roma, hanno applicato il principio del quanti minoris, ovvero l’equa riduzione del prezzo di fruizione del bene o servizio che ha visto ridurre il proprio valore.
Il Tribunale di Roma ha concesso uno sconto del 40% sul canone di affitto di alberghi e ristoranti del Comune di Roma. Inoltre ha concesso, in altri casi, di poter pagare il canone in modo diluito nel corso del prossimi anni. È una situazione di grave emergenza che richiede l’intervento urgente altrimenti tutti gli alberghi falliranno tutti i bar chiuderanno e tutti i ristoranti andranno in profonda crisi. In Italia tra alberghi, bar e ristoranti lavorano oltre 1 milione di persone con un ulteriore indotto di un altro milione di persone.
La petizione
Una petizione rivolta al Consiglio Superiore della Magistratura, a tutti i Tribunali Italiani, ai rappresentanti del Governo e delle Istituzioni Regionali. Chiediamo con umiltà ed equità l’applicazione del principio quanti minoris certi che possano comprendere la portata della problematica in termini anche di perdite di posti di lavoro.
La petizione è su change.org http://chng.it/Yq8wmvXx