Peronospora nella provincia di Taranto, Perrini (FdI) “Produzione compromessa al 70%” – Lo Stradone

Peronospora nella provincia di Taranto, Perrini (FdI) “Produzione compromessa al 70%”

Dichiarazione del Consigliere regionale, Renato Perrini:

“Sto personalmente visionando in queste ore le campagne della provincia di Taranto, sia sul versante orientale che su quello occidentale, per verificare gli ingenti danni ai vigneti causati dalla peronospora. Danni che è stata mia premura fotografare per meglio farli visionare all’assessore Pentassuglia. Danni per i quali, nei giorni scorsi, ho chiesto, attraverso una interrogazione specifica, quali iniziative la Giunta regionale intende assumere, in particolare in relazione al territorio tarantino, al fine di monitorare e contrastare efficacemente l’avanzata di questa fitopatologia e quali azioni si intendono intraprendere urgentemente al fine di riconoscere gli adeguati ristori agli agricoltori”. Lo afferma il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Renato Perrini che chiede: “immediati aiuti per un settore, già colpito da molteplici problematiche, che adesso rischia il collasso definitivo se non si interviene immediatamente”.

“A seguito delle eccessive piogge che si sono verificate a partire dagli inizi di maggio, la maggior parte dei vigneti di uva da tavola e di uva da vino sono stati attaccati dal parassita fungino della plasmopora viticola – spiega Perrini – Tale situazione ha fatto s? che i vigneti hanno iniziato a manifestare i sintomi della malattia che ha attaccato principalmente i grappoli che si trovavano nel periodo di fioritura. La situazione oggi riscontrata nei vigneti, specie quelli scoperti e condotti con metodo biologico, è la perdita totale dei grappoli. Ad oggi si pu? stabilire che la situazione dei vigneti nella provincia di Taranto è da considerarsi grave in quanto la produzione oramai risulta compromessa per il 70% con notevoli danni al comparto vitivinicolo, cioè l’assenza di uva per vinificazione, e notevoli danni al comparto ortofrutticolo, come la forte diminuzione dei quantitativi di uva da tavola per l’esportazione”, conclude Perrini.