Percorso del Pug a Martina. Parla l’urbanista Giancarlo Mastrovito – Lo Stradone

Percorso del Pug a Martina. Parla l’urbanista Giancarlo Mastrovito

Giancarlo Mastrovito

L’Amministrazione Comunale di Martina Franca ha svolto (dal 4 all’8 settembre) una nuova serie di incontri al fine di riprendere la comunicazione pubblica sullo stato di redazione del PUG e ottenere ulteriori contributi da parte della città.

Questa ulteriore attività partecipativa è stata effettuata a distanza di circa diciotto mesi dalla pubblicazione dell’ultima bozza di PUG, sul sito internet del Comune, di cui la Giunta Municipale aveva preso atto.

Una proposta di piano urbanistico generale che, però, non è riuscita ad ottenere l’adozione in Consiglio Comunale.

Dopo l’insediamento della nuova Amministrazione Comunale guidata dal nuovo Sindaco, Gianfranco Palmisano, e precisamente nel dicembre 2022, è stata prevista l’istituzione di un organo consultivo denominato “Osservatorio per la Bellezza” (istituito con D.G.C. n. 452 del 23/12/2022) che ha unito in commissione  “speciale” tutti i rappresentanti degli Ordini professionali della Provincia di Taranto, il Sindaco/Assessore all’Urbanistica, i rappresentanti di maggioranza e minoranza del Consiglio Comunale, lo staff del progettista e l’Ufficio Urbanistica comunale, al fine di verificare la bozza di Piano elaborata e soprattutto di trovare utili perfezionamenti in linea con gli orientamenti della nuova compagine politica.

L’Osservatorio alla Bellezza ha rappresentato una modalità particolare e abbastanza singolare per effettuare consultazione e partecipazione nella città, coinvolgendo solo i rappresentanti degli Ordini e dei Collegi professionali della Provincia di Taranto, in modo libero e gratuito, con cui poter approfondire temi e questioni ambientali e urbanistici.

L’obiettivo era quello di aprire una nuova fase consultiva ed esclusiva con alcuni professionisti, seppur rappresentanti istituzionali di ordini e collegi professionali, senza considerare il limite che tale coinvolgimento potesse avere ossia sulla possibilità di esprimere valutazioni oggettive che tenessero conto di una molteplicità di aspetti e di interessi.

L’Osservatorio alla Bellezza è risultato un’assise chiusa, che non si è confrontata con nessun’altra componente sociale portatrice di interessi, che non aveva al suo interno competenze/esperienze di tipo economico, giuridico, sociali e antropologiche, storico-culturali.

Una commissione composta da soggetti non selezionati per competenze specifiche all’interno dell’albo degli iscritti dei singoli Ordini o Collegi, ma semplicemente chiamati poiché membri (Presidenti o Consiglieri delegati) dei vari Consigli di Ordine o di Collegio.

Inoltre una Commissione composta, perlopiù, da soggetti dotate di svariate competenze tecniche che, nella maggior parte dei casi, erano prive di specifica esperienza in urbanistica e pianificazione ambientale e territoriale.

Insomma una commissione “limitata” nelle competenze e nemmeno di natura politica, che ha offerto un supporto ambiguo e tecnicamente non esauriente e qualificato, poiché non qualificata nella funzione di indirizzo politico. Il contrario insomma di quanto è stato fatto credere nei vari incontri e sulla stampa.

Certamente un ulteriore parere, al pari di tanti altri, ma non così discriminante e decisivo per definire e decidere la struttura di un Piano Urbanistico Generale che è e rimane uno strumento su cui nessuno è sufficientemente titolato ad esprimersi in modo autoritario.

Infatti tutti devono conoscere e poter partecipare sia nelle fasi preliminari, sia nei contributi presentati nel tempo che nella strategia politica e nella definizione della struttura di piano e delle norme tecniche di attuazione.

L’Osservatorio della Bellezza è stato investito di un compito e di una responsabilità esagerata, che non poteva né assumere e né esercitare completamente.

Semmai poteva costituire una commissione di lavoro aperta e stimolatrice di partecipazione tra i professionisti iscritti e inclusiva di figure esperte, capaci di offrire contributi qualificati,  non necessariamente iscritte agli Albi professionali delle materie tecniche.

Infatti non risulta che il lavoro di approfondimento o di analisi critica, condotto dall’Osservatorio sui vari tematismi previsti, sia mai stato condiviso o divulgato, durante i mesi di incontri e confronti, con i cittadini o gli iscritti degli Ordini o dei Collegi.

Contemporaneamente la fase di conoscenza e di elaborazione del processo di redazione del piano urbanistico comunale, da parte dell’intera comunità, è rimasta ferma e congelata al marzo 2022 o a quanto sul sito istituzionale risultava relativamente a quegli atti.

All’improvviso, dopo che molti incontri riservati erano stati fatti e soprattutto dopo una completa inattività istituzionale relativa all’informazione pubblica sul processo si è chiesto frettolosamente alla città di partecipare di nuovo, ogni giorno per cinque giorni consecutivi immediatamente dopo il periodo feriale di agosto, senza aver prima informato adeguatamente tutti, possibilmente tutti insieme, dello stato in cui il processo di pianificazione era giunto.

Sono stati fatti una serie di incontri giornalieri, distinti per categorie di associazioni ambientali, economico-produttive, culturali, di contrada in cui sono stati presentati, in modo sintetico, alcuni aspetti della proposta di Piano, tralasciando questioni importanti come:

  1. il quadro economico-sociale di Martina Franca;
  2. il ruolo geopolitico di Martina nel contesto d’area vasta;
  3. la vocazione e l’identità produttiva della comunità martinese in rapporto alle aree artigianali e commerciali di previsione;
  4. la strategia di rigenerazione urbana e territoriale in rapporto al sistema di mobilità veicolare interno ed esterno all’armatura urbana;
  5. la visione strategica di sviluppo e di valorizzazione delle zone rurali;
  6. il ruolo e la strategia di tutela, valorizzazione e riuso del Centro Storico e del suo rapporto con il resto del sistema urbano;
  7. la valorizzazione sociale ed economica della Riserva delle Pianelle in rapporto alla scala sovracomunale e regionale.

A questo punto ci si augura di superare presto queste criticità, aprendo davvero e autenticamente alla partecipazione pubblica qualificata per cercare di definire uno strumento che sia all’altezza del suo compito e possa dare, finalmente e con i tempi che merita, un piano urbanistico generale ad una comunità in cerca di guida, stimolo e rilancio sociale ed economico.