I cento anni dalla nascita di Paolo Grassi sono la migliore occasione per riflettere sulla sua straordinaria figura che fu allo stesso tempo di intellettuale, di massimo organizzatore di cultura e spettacolo in Italia, ma anche di ispiratore delle più giovani generazioni sulle funzioni della cultura e sulla passione civile.
Il progetto “1919-2019 Paolo Grassi 100 a Martina Franca” vuole essere innanzitutto una testimonianza delle sue idee e del suo modo di fare. Dalla necessità del teatro come funzione civile e come servizio pubblico, portata avanti con Giorgio Strehler e Nina Vinchi al Piccolo Teatro (1947-1972), come sovrintendente del Teatro alla Scala (1972-1977), al ruolo formativo e informativo alla Presidenza Rai (1977-1980), e al sostegno del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca (dal 1975 alla morte avvenuta a Londra il 13 marzo 1981).
“Con la nostra Città Paolo Grassi ha avuto nel tempo una relazione prediletta ed affettuosa per via delle sue origini familiari. A Martina, dal 1975 in poi con la fondazione del “Festival della Valle d’Itria”, manifestazione musicale di eccellenza in Italia e in Europa, ha dato un notevole contributo culturale per gli eventi del Festival, per lo storico Premio di poesia “Martina Franca” e per altri eventi, quali la visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1980. E’ stato cittadino onorario di Martina e a lui è intitolata la Fondazione che organizza il Festival della Valle d’Itria. Questa mostra rende omaggio alla sua attività di organizzatore culturale e di uomo di talento che ha diretto e fondato, con Giorgio Strehler e altri, il primo teatro pubblico in Italia, il Piccolo Teatro di Milano”, ha dichiarato l’assessore alla cultura di Martina Franca Antonio Scialpi.
Paolo Grassi, nato a Milano il 30 ottobre 1919 da famiglia originaria di Martina Franca, ha dedicato tutte le sue energie al teatro, inventando il ruolo di “manager della cultura”, ma che Gramsci definì “intellettuale organico”, portatore cioè di un pensiero e di un’azione in grado di trasformare gli uomini e la società. L’idea di partenza per le attività in programma è quindi di genuina ispirazione “grassiana”: non realizzare manifestazioni commemorative ma sfruttare la doverosa celebrazione per far rivivere il pensiero e l’azione di Grassi – il suo modello di coraggio e responsabilità, le modalità con cui modulava i rapporti tra spettacolo, cultura e vita civile – per farli conoscere soprattutto ai giovani e per rinnovare l’importanza della sua lezione.