In questi giorni il direttore generale dell’Asl di Taranto ha illustrato alla Conferenza dei sindaci un piano per individuare nuovi posti letto da destinare alle cure dei pazienti affetti da Covid. Prevedendo un incremento dei casi in maniera progressiva alcuni ospedali saranno riconvertiti integralmente in plessi dedicati a ospitare esclusivamente i pazienti Covid. Per altri ospedali, fra cui quello di Martina Franca, viene indicata invece una soluzione di tipo promiscuo con riconversione di alcuni reparti (Medicina, Cardiologia e successivamente Pediatria) in strutture Covid e il mantenimento di altri reparti all’attuale funzione.
La posizione del Comune di Martina Franca
La proposta non piace per niente a Palazzo ducale che ha deciso di adottare una delibera di Giunta per rilevare le criticità di questo piano invitando la Regione e l’Asl a rivedere la loro posizione. «Data la sua conformazione architettonica, infatti, il nostro ospedale non assicura accessi e percorsi differenziati e ciò è rischioso in termini di contagio – ha detto il primo cittadino Franco Ancona – non possiamo dimenticare che nei mesi scorsi si sono rivelate positive proprio le soluzioni che hanno visto interi complessi ospedalieri dedicati al Covid e che sul territorio sono presenti strutture ospedaliere non utilizzate che possono essere adibite a reparti dedicati ai pazienti affetti da Covid. Abbiamo, inoltre, sollevato la necessità che, in questa situazione di emergenza così grave, anche le cliniche private, che rappresentano il 60% dei posti letto delle provincia di Taranto, debbano essere coinvolte per dare il loro apporto – sottolinea ancora il sindaco – gli ospedali pubblici devono continuare ad assicurare il diritto alla salute per tutti garantendo l’accesso sicuro ai Pronto Soccorso e alla medicina di urgenza, tradizionalmente e quasi esclusivamente assicurato dalle strutture pubbliche».
Contrari i dirigenti sanitari
Circolano malumori rispetto a questa ipotesi anche tra gli stessi dirigenti sanitari dell’ospedale di Martina Franca che ritengono questa ipotesi sbagliata. La Asl di Taranto ha bisogno di 289 posti letto che diventeranno 414 nel caso in cui la situazione sanitaria non dovesse migliorare.
Contrari anche l’assessore regionale Pentassuglia e il Consigliere regionale Perrini
Contrario alla scelta di allestire una struttura mista a Martina è l’assessore regionale Donato Pentassuglia «significherebbe mettere a repentaglio la salute di tutti. Ci sono molte persone che hanno deciso di non curarsi per timore dei contagi», dice Pentassuglia. Contrario si è detto anche il consigliere regionale Renato Perrini «gli ammalati – dice – si concentrino in strutture ad hoc, Castellaneta, Manduria, Grottaglie e Martina lasciamoli per le altre patologie», così come contrario è anche per il presidente dell’Abc di Ester, Antonio Papapietro.
Contrari anche da Forza Italia e IdeaLista
«Sostenere che un singolo ospedale, nello specifico quello di Martina Franca, non debba accogliere i malati Covid come hanno fatto Amministrazione comunale e consiglieri regionali è una giusta rivendicazione, ma non basta – dice Michele Marraffa – la Regione ha avuto tutto il tempo per potenziare il “Moscati” di Taranto e il nosocomio di Mottola. Prevenire è meglio che curare, ma evidentemente nei mesi scorsi qualcuno era distratto dalla campagna elettorale». La drammaticità della situazione dice ancora Marraffa «impone senso di responsabilità e una presa di coscienza collettiva: occorre remare nella stessa direzione, offrendo suggerimenti e proposte concrete perché la crescita dei casi mette a repentaglio la salute pubblica e la tenuta sociale. Occorrono strategie chiare, una comunicazione puntuale e precisa, un piano organico che preveda il potenziamento della rete ospedaliera e, soprattutto, della medicina territoriale». E ancora – prosegue Marraffa – la rapidità con cui vengono recapitati gli aiuti alle attività commerciali e alle piccole e medie imprese piegate dall’emergenza pandemica, con un occhio di riguardo per il settore della ristorazione, che oggi paga il conto più salato, è un fattore essenziale».
La posizione del Tribunale per i diritti del malato
Secondo il Tribunale per i diritti del malato «i 12 posti letto, individuati nel reparto di cardiologia da destinare ai malati covid, sarebbero in realtà in numero nettamente inferiore dal momento che, ormai da mesi, il reparto di cardiologia sacrifica i propri spazi per accogliere i malati oncologici». Evidenziano poi che «esiste un solo ascensore di servizio che da piano terra condurrebbe i pazienti covid-positivi al primo piano per ricoverarli nell’attuale cardiologia; sullo stesso ascensore, già di per sé posto chiuso e potenzialmente pericoloso, transiterebbero pertanto malati e operatori di altri reparti». Secondo CittadinanzAttiva «una soluzione di promiscuità non è assolutamente idonea per la conformazione architettonica dell’ospedale, in cui già in tempi ordinari gli operatori devono fare i conti tutti i giorni con la limitatezza di spazi essenziali. L’assoluta mancanza di garanzia di accessi e percorsi differenziati comporterebbe una continua esposizione a rischi di contagio difficilmente controllabili». Infine – scrivono ancora nella nota – «si deve tenere presente che tuttora è aperto un cantiere con lavori in corso per l’ampliamento dei reparti, per la realizzazione dell’area rianimazione e per il miglioramento della struttura ospedaliera in generale. Nel corso della prima ondata pandemica Martina, da struttura no-covid, ha continuato a essere fondamentale per un ampio bacino d’utenza accogliendo pazienti non dalla provincia di Taranto, ma anche di Brindisi e Bari e assicurando cure e ricovero, operatività in Pronto Soccorso e interventi di chirurgia e medicina generale».
o.cri.