“Con la morte di Berlusconi, muore anche il bipolarismo inteso e maturato nella seconda repubblica.
Tutti i partiti (tranne Fratelli d’Italia e Partito Democratico) vorranno contare con poco e meglio.
Al centro nascerà, per forza di cose, una grande area che includerà liberali, democratici, cattolici, riformisti. La forma e la formula potrebbero dipendere da diversi fattori: in primis la non rinuncia alla singola storia politica.
Se ciò non dovesse accadere, potrebbe aprirsi una strada inesplorata per il Paese: il rafforzamento maggioritarista di Fratelli d’Italia da una parte e, tra circa due legislature, la fusione tra Pd e Movimento 5 stelle.
Il risultato?
Non più un sistema di alternanza da bipolarismo, ma da bipartitismo di fatto ed all’americana.
Nel mentre, la presenza in Parlamento di forze non a trazione maggioritarista implicherà insistenza per ottenere una nuova legge elettorale che mantenga vive le minoranze.
È una giusta rivendicazione quest’ultima data la nostra Costituzione.
Il punto è però un altro: da qui alle elezioni Europee c’è un anno di tempo circa e Forza Italia, senza Berlusconi, è senza dubbio un’altra cosa.
Cosicché ci sarà una necessità endogeno-politica di alcuni partiti a voler ripristinare un sistema proporzionale puro, ipotizzando, con soglia di sbarramento al 3%.
Salvo la questione del premierato che andrà discussa su un altro piano di riforme (cioè costituzionali) non è da escludersi che anche il Partito democratico, pur di non cedere all’unione col Movimento 5 stelle in caso di futuro sistema a bipartitismo, dovrà ancor di più parlare a sinistra lasciando liberi i cattolico-rifomisti di cercare altra casa.
La strada che porterebbe verso il ritorno di Draghi sulla scena politica nazionale è sottotraccia ma già intuibile.
Dalla morte di Silvio Berlusconi, protagonista degli ultimi decenni della vita politica italiana, inizia un’altra storia del Paese”.
*Angelo Lucarella
Avvocato, saggista, editorialista