Iniziati i lavori di restauro del complesso conventuale di San Francesco da Paola, auspicati anche con appelli da oltre 20 anni.
Il Convento dei Paolotti sorse ai primi del 1600 e fu terminato nel 1668, allorquando san Francesco da Paola fu eletto “protettore pro tempore meno principale ” di Martina con un impegno di dieci ducati da parte dell’Università cittadina fino al 1700.
A fianco, sorse la bellissima Chiesa di San Francesco da Paola, un gioiello artistico architettonico con le sue colonne tortili e Patrimonio pittorico rilevante.
Nei primi anni del Novecento fu aggiunto un belvedere e un giardino con affaccio incantevole sulla Valle d’Ittria, da dove il Convento era visibile unitamente alle chiesette extramoenia che cominciavano da quella di San Michele fino a San Nicola del Pendino passando per Cristo alla Grotta la chiesa dello Spirito Santo e della Provvidenza.
Nel Convento dei Paolotti soggiornarono personalità spiritualmente eminenti, quali il venerabile Padre Bonaventura Gaona, il padre Dionigi Colucci, il padre Giambattista Selvaggi.
Soppresso in età napoleonica poi riattivato, soppresso e incamerato nel 1866 dopo Unità d’Italia.
Lo rilevò il ricco filantropo Antonio Bruni ( che poi legò il suo nome all’ attuale Ateneo Bruni) con lire 10.247.
Nel 1890 lo cedette al Comune “per provvedere a tutti i bisogni occorrenti ad un ricovero di mendicità” .
Fu poi una grande benefattrice, Irene del Vecchio” nel 1902 a prelevarlo e cederlo all’attuale proprietà, la Curia Arcivescovile di Taranto -Seminario, con lascito per sostenere la formazione sacerdotale.
Più volte restaurato, nel 1929, perfezionato acquisto, per volontà del vicario don Fedele Caroli assunse il nome di “Villa Sacro Cuore” fino al 1937, quando l’arcivescovo di Taranto Bernardi lo elesse, come ricorda una lapide al suo interno” a dimora estiva dei sacerdoti.
Nel 1953-55 fu Convitto diretto da don Pietro d’ Amicis fino alla trasformazione in Pre-Seminario nel 1956 con l’Arcivescovo Guglielmo Motolese. Poi Seminario Minore negli anni ’70. Negli anni ’80, invece, fu scuola di formazione professionale per infermieri della Asl e,poi, centro diurno di riabilitazione.
Qualche scialbata di calce per la Festa di san Francesco da Paola ad opera del Comitato.
Poi l’abbandono crescente, lo sbriciolamento degli affreschi, lo scalcinamento, le infiltrazioni di acque e qualche inizio di dissesto.
A vuoto le candidature a finanziamenti europei per Ostello della gioventù nella prima decade del XXI secolo.
Tre anni fa fu raggiunto un’ intesa tra la città di Martina , la proprietà curiale e la Fondazione Paolo Grassi per realizzare restauro e Auditorium per la musica alle spalle dove esiste un campo di calcio di 2800 mq.
Ma la Curia cambiò idea e strategia.
Ora il restauro per riportarlo alla sua storica vocazione.