Gli astrociti sono cellule non eccitabili del sistema nervoso centrale, in numero notevolmente superiore rispetto ai neuroni, a differenza di questi ultimi, considerati i “motori” del cervello, gli astrociti sono dotati di capacità replicative ed appartengono alla famiglia delle cellule gliali.
Numerosi studi in vivo e in vitro hanno ormai conclamato il loro ruolo centrale in numerose attività cerebrali, intendendo non solo la loro capacità di cellule effettrici dell’ attività sinaptica neuronale (comunicazione tra cellule) ma soprattutto il loro coinvolgimento nei processi omeostatici. Il termine omeostasi definisce la capacità di autoregolazione degli esseri viventi, importantissima per mantenere costante l’ambiente interno.
In molte patologie neurodegenerative, come ad esempio edema, ipossia, epilessia, morbo di Alzheimer si è notata un’alterazione della normale morfologie di queste cellule, che in vivo ed in condizioni fisiologiche si presentano “stellate”; tale riarrangiamento è dovuto ad alterazioni dell’espressione di proteine specifiche presenti sulla superficie della loro membrana. Queste proteine sono il fulcro della nostra ricerca da molti anni, le nostre energie sono dunque rivolte a studiare i meccanismi responsabili di alcune malattie neurodegenerative.
Le proteine trans membrana succitate sono state identificate con il nome di: canali ionici, attraverso cui fluiscono ioni come Cloro e Potassio, e di Acquaporine, ossia canali che facilitano il flusso delle molecole di acqua e di ioni carichi all’interno ed all’esterno della cellula. La loro attività sarebbe sinergica e volta a ristabilire l’equilibrio omeostatico naturale e fisiologico per una cellula sana. Seppur possa sembrare strano il movimento di queste molecole e di acqua è responsabile delle attività cerebrali. Quando questo meccanismo viene alterato subentrano una serie di alterazioni fisiopatologiche alcune delle quali sono riconosciute come responsabili di malattie cerebrali. Comprendere la regolazione del volume cerebrale è quindi necessaria poichè il cervello è “protetto” dalla scatola cranica inestensibile e rigida, per cui modificazioni ed espansioni del volume cerebrale possono trasformarsi in eventi edematosi ed essere anche mortali.
Gli astrociti sono “sconosciute” cellule perché troppo poco si sente parlare di loro, ma sono delle cellule grandiose schierate in prima fila per la difesa del cervello. Resta ancora un mistero ed una curiosità un vecchio studio che testimonia come il cervello di Einstein presentasse un numero maggiore della media di cellule gliali..sarà nascosto in questo il segreto del su genio?
Ancora oggi il sistema nervoso rappresenta un difficile puzzle da ricostruire; ogni pezzetto, ogni cellula e sua attività è così finemente incastrata e funzionale, che comprenderne la sua architettura non è facile. La ricerca in questo campo, nonostante le sue difficoltà, è tuttavia a buon punto; ogni giorno in tutto il mondo si fanno numerosi passi avanti.
Ritengo che la “ricerca” sia di tutti e per tutti ed il nostro compito è anche quello di renderla più comprensibile e divulgativa possibile, sebbene non si viva di illusioni ma di concretezza: “niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno!”(Marie Curie).
Emanuela Saracino – Ricercatrice CNR