L’esperienza nazionale di Youngle sbarca in Puglia e lo fa con il personaggio “Rubik” per fornire un sostegno concreto agli adolescenti in difficoltà. Si tratta del primo servizio ad accesso pubblico (nazionale) di ascolto attraverso il web, rivolto a giovani e gestito da giovani con il supporto di psicologi, educatori, assistenti sociali ed esperti di comunicazione.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione ReStart che, dopo aver dato vita al personaggio Rubik durante il periodo del covid, ha aderito al progetto nazionale “Youngle – Social Net Skills”, nato nel 2011 su finanziamento del Ministero della Salute (CCM: Centro per la prevenzione e il Controllo delle Malattie). In Puglia si chiamerà “Rubik – Youngle” ed è sostenuto da importanti partner quali Tersan Puglia e dall’associazione “Dario Favia – Lasciateci le ali”, da sempre vicini alle iniziative di ReStart, con la collaborazione del Rotary Club Bari Castello, che ha messo a disposizione i propri locali per la formazione degli operatori e dei volontari che si terrà a Bari il prossimo 14 e 15 ottobre.
L’idea progettuale alla base del servizio è quella di rinforzare i fattori protettivi individuali nei giovani in modo che questi sviluppino una maggiore resistenza all’influenza negativa di alcuni modelli che investono la loro generazione o che provengono dalla società, affinché vi possa essere uno sviluppo di consapevolezza di sé, una tendenza all’autoprotezione ed al mantenimento del benessere psicofisico. Questo approccio risalta le strategie di azione centrate sull’empowerment, lo sviluppo delle competenze e abilità di cui il target è portatore.
Per lavorare su tale generatività ci si avvale della peer education, come approccio che facilita le giovani generazioni nel proteggersi dai rischi evolutivi su temi importanti come l’affettività, la comunicazione, le relazioni, la sessualità, gli stili di vita, l’uso di sostanze e le realtà virtuali.
Il progetto nazionale si articola con un servizio di ascolto online tramite le chat, gestito direttamente da ragazzi che parlano ai ragazzi e rivolto agli stessi giovani. Viene privilegiato il web come strumento perché è il luogo più frequentato dagli adolescenti e dai giovani adulti. I ragazzi hanno spesso delle “barriere” che impediscono loro di chiedere aiuto agli adulti rispetto alle problematiche legate all’adolescenza. Spesso per vergogna, inconsapevolezza, mancanza di dialogo con gli adulti, indisponibilità di un servizio di ascolto o isolamento sociale. Proprio per questo è funzionale un intervento online, poiché offre un sostegno emotivo da parte di altri giovani che parlano con il loro linguaggio e la loro velocità e non impone, ma propone di offrire agli adolescenti nuove abilità per superare le problematiche che si trovano ad affrontare. La conversazione in chat avviene in modalità totalmente anonima: ogni utente deve creare un proprio nickname con cui appare on line e non gli viene richiesto alcun dato personale sensibile (numero di telefono, indirizzo fisico o mail). Anche il peer mantiene un proprio profilo anonimo, rispondendo solo come ‘Youngle’.
“Rubik – Youngle” inoltre realizza percorsi di formazione permanente, rivolto ai volontari peer, allo scopo di far acquisire le competenze tecniche necessarie alla comunicazione online in sincrono.
Su scala nazionale il progetto Youngle ha coinvolto inizialmente cinque Regioni (capofila Toscana), con l’apertura di sette centri (2011). Da allora il progetto (riconosciuto nel biennio 2016/2018 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come progetto di eccellenza italiano nel contrasto alla depressione e all’ideazione suicidaria in adolescenza) si è diffuso come progettualità attiva in tutto il territorio nazionale. Oggi Youngle, nella sua diramazione capillare, è entrato a far parte dello studio pilota dell’Istituto Superiore di Sanità con il primo censimento per la rilevazione delle risorse territoriali per le problematiche legate all’uso di internet (web disorder).