Il caso “Squid Game”: le tecnologie e il loro impatto educativo – Lo Stradone

Il caso “Squid Game”: le tecnologie e il loro impatto educativo

Upward ha deciso di trattare una tematica ormai sempre più importante quanto difficile: l’inevitabile rapporto tra la tecnologia e l’educazione. L’evento è stato pensato in occasione del famoso “caso Squid Game”, la serie Tv Netflix, vietata ai minori di 14 anni, che ha avuto un successo mondiale: uomini e donne fortemente indebitati in Corea, vengono chiamati a svolgere giochi cruenti per ottenere un bottino di 33 milioni di euro, ma solo uno di loro arriverà a questa mèta finale, mentre tutti gli altri moriranno. Una serie tv dai toni violenti e anche macabri, che è stata vista anche da molti bambini e adolescenti in Italia. In seguito alla visione, numerosi sono stati i casi di violenza nelle scuole o nelle case, di ansia o attacchi di panico da parte dei minori.

Per questo, Upward ha deciso di trattare con ospiti esperti l’importanza della necessaria e sana comunicazione tra tecnologia e educazione: sono intervenuti la Dott.ssa Maria Concetta Rossiello, Ricercatrice in Didattica e Pedagogia Speciale, Pedagogista Clinico e Mediatrice Familiare, il Dott. Pierpaolo Patruno, Ingegnere informatico, e la Dott.ssa Maria Maggi, Psicologa e Psicoterapeuta. È sorto un dibattito formativo ed interessante, in cui è emersa la necessità di una formazione digitale per gli adulti e l’importanza di una corresponsabilità educativa da parte della scuola e delle famiglie.