Sarà disponibile in libreria dal 25 agosto 2021, l’ultimo libro del giornalista Fulvio Colucci dedicato alla figura di Giuseppe Di Vagno, a cento anni dalla morte. Si intitola “Giuseppe Di Vagno. Martire socialista” ed è stato pubblicato dalla casa editrice Radici Future per la collana I Formiconi (pg. 272, € 16,00).
Giuseppe Di Vagno, il “Gigante buono”, ha avuto una vita straordinaria e intensissima, seppure breve. Ucciso a 32 anni poco dopo la sua elezione alla Camera dei deputati nelle liste del partito socialista, costituisce un punto di snodo nella storia della Puglia e lo è anche – da riscoprire e valorizzare – nella storia italiana.
Al tempo del movimento di emancipazione dei contadini e dei braccianti, e dello squadrismo fascista proteso a distruggere quel movimento, la figura di Giuseppe Di Vagno giganteggia per l’impavida attività di giornalista, avvocato dei poveri, oratore, pubblico amministratore e deputato. Pragmatico, concreto, capace di levarsi al di sopra degli scontri ideologici che travagliano il mondo socialista all’indomani della Grande Guerra, fa sua la sostanza di una cultura meridionalista e di una utopia di libertà e giustizia sociale.
È il primo parlamentare assassinato dai fascisti, vittima di un delitto i cui colpevoli non hanno mai pagato, nemmeno nell’Italia repubblicana e antifascista.
Il libro di Fulvio Colucci, è un aggiornato contributo biografico e storico, uno scritto critico e puntuale, anche alla portata delle generazioni più giovani così come tutta la collana diretta dal giornalista Oscar Iarussi e dal professore Pasquale Martino.
“Giuseppe Di Vagno. Martire socialista”, nel Centenario della morte, è soprattutto un omaggio necessario al socialista coraggioso.
Fulvio Colucci, tarantino, è giornalista della storica testata La Gazzetta del Mezzogiorno e scrittore. Ha pubblicato diversi libri su temi sociali e del lavoro. Tra gli altri Invisibili. Vivere e morire all’Ilva di Taranto (Kurumuny, 2011), La zattera (Il Grillo, 2015), Ilva football club (Kurumuny, 2016). Nel 1995 ha vinto la prima edizione del premio Ilaria Alpi.