È stata inaugurata ieri sera a Palazzo Ducale la mostra “Dalle foibe ai campi profughi: l’odissea dei 350.000 istriani, fiumani e dalmati”. Ha tagliato il nastro il responsabile regionale dell’“Unione degli Istriani-Libera Provincia dell’Istria in esilio” Giovanni Nardin alla presenza della rappresentante del Gruppo Esuli di Taranto Fulvia Siscovich Sizzi, del referente di Martina per l’iniziativa professor Vito Fumarola e degli assessori comunali Antonio Scialpi e Pasquale Lasorsa.
Allestita nelle Sale D’Avalos la mostra espone oggetti del Magazzino 18, del Porto Vecchio di Trieste, reso famoso anche da una canzone e da un musical di Simone Cristicchi. Si tratta di sedie, bauli e altri piccoli mobili con i nomi dei proprietari, giocattoli, pentole e vari oggetti di uso quotidiano appartenuti a esuli di tutte le età che, in fuga dalle terre friulane occupate e poi annesse alla Jugoslavia comunista, depositarono i propri beni, sperando di riprenderli un giorno, prima di affrontare viaggi e lunghi periodi in campi profughi.
La mostra mira ad approfondire una pagina di storia dolorosa e poco conosciuta, ovvero la lunga odissea dei 350 mila esuli adriatici accolti in Patria ed internati in oltre 120 strutture dal Friuli alla Sicilia e dalla Puglia al Piemonte, molti dei quali vissero in fabbricati malsani ed inadeguati anche per oltre dieci anni.
Alcuni pannelli illustrativi contengono i dati raccolti in oltre quattro anni di ricerche condotte nei maggiori archivi italiani, in particolare nell’Archivio centrale dello Stato in Roma.
Realizzata grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e del Ministero della Cultura, la mostra resterà aperta fino al 4 dicembre tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.