“Essere terapeuti” è il libro di Giuseppe Vinci, venerdì 21 ottobre a Palazzo ducale – Lo Stradone

“Essere terapeuti” è il libro di Giuseppe Vinci, venerdì 21 ottobre a Palazzo ducale

“Essere terapeuti” è il libro di Giuseppe Vinci che questo pomeriggio sarà presentato alle ore 18.00 nella sala degli uccelli a Palazzo ducale. A dialogare con lui ci saranno:

  • il prof. Alberto Fornasari (Direttore CIRPAS, UniBa),
  • la dott.ssa Maria Colucci (psicologa e psicoterapeuta)
  • il dott. Martino Calianno (psichiatra),
  • Carlo Dilonardo (assessore alla Cultura),
  • Moderatore: Ottavio Cristofaro (giornalista e scrittore).

Giuseppe Vinci

Il prof. Giuseppe Vinci, autore del libro “Essere terapeuti”, è uno psicologo psicoterapeuta, è didatta e già Direttore della Scuola di Psicoterapia “Change” di Bari; formatore e supervisore di operatori e servizi delle tossicodipendenze, della salute mentale, del sistema penitenziario e scolastico, Dirigente Psicologo della Asl Taranto dal 1982 al 2014, con un impegno politico: è stato due volte sindaco di Grottaglie, e poi assessore provinciale ai beni culturali della Provincia di Taranto.

Sinossi

Nel porre le sue fondamentali domande su cosa costituisca la funzione, o l’essere, o lo strumento essenziale del terapeuta, Vinci cerca di enucleare quello che costituisce l’essenza del terapeuta e della pratica clinica, come si arrivi cioè a rivestire questa funzione fondamentale, e quali caratteristiche avrebbe quello che, sintetizzando, chiamiamo “terapeuta” cui origine ha in sé sia il senso della cura, della guarigione, “terapeia”, ma anche del “terapon”, ovvero del servitore, colui che reca cioè un servizio (in realtà il termine greco designava un servizio agli dei, che reca in sé il senso di una forma di sacralità). Vinci inquadra le sue fondamentali domande sul terapeuta e il suo speciale sapere in un ambito a metà tra scienza e umanesimo, tra sapere e sentire, tra letteratura e ricerca, certezza e incertezza, tra conosciuto e inconosciuto o inconoscibile, tra una pratica acquisita con gli strumenti della tecnica, dello studio e della cultura, e un sapere che, pur racchiudendo in sé tutte queste conoscenze, esula da esse e ne è in qualche modo un presupposto imprescindibile, e presenta al suo fondo un elemento misterioso e da comprendere con strumenti non solo scientifici.