Continua l’impegno della comunità martinese per accogliere i profughi ucraini che potrebbero giungere in città.
Le scuole sono pronte a fornire il proprio contributo per fronteggiare questa emergenza umanitaria causata dall’invasione della Russia di Putin. Nel corso di una riunione tenutasi in Sala consiliare, con gli Assessori alle Politiche Sociali Tiziana Schiavone e al Diritto allo Studio Antonio Scialpi, la dirigente del Settore Politiche Sociali Donatella Vitale, la responsabile dell’ufficio Diritto allo studio Rosalba Scialpi e l’assistente sociale dello Sportello Comunale Immigrati Anna Solito, i cinque istituti comprensivi di Martina, Giovanni XXIII, Marconi, Chiarelli, Aosta e Grassi, hanno manifestato la disponibilità delle rispettive scuole, da quelle per l’infanzia fino alle medie, a comunicare l’eventuale numero dei minori che potranno accogliere, nel rispetto delle norme anti Covid e di tutte le procedure previste.
I dirigenti scolastici hanno manifestato la massima disponibilità a lavorare nell’ambito di una sinergia istituzionale per assicurare ai bambini che giungeranno dalle zone devastate dalla guerra il diritto allo studio, i servizi di mediazione linguistica e culturale e il supporto psicologico per alleviare il trauma e la sofferenza provocati dalla situazione in cui la guerra li ha improvvisamente catapultati, costringendoli a lasciare le loro case, il loro Paese e in alcuni casi anche le proprie famiglie.
In un’altra riunione tenutasi ieri sera negli Uffici comunali dei Servizi Sociali in piazza Mario Pagano, con l’Assessore Schiavone, la Dirigente Donatella Vitale e le assistenti sociali Annamaria Rapisardi e Annalisa Cantore, altre realtà di Martina, le cooperative degli asili nido Asso, Spes, Primavera, Girasole, Marinosci, Cemea, i due centri diurni per minori San Giuseppe ed Elicea e il centro aperto polivalente per minori Circolo Culturale Salvador Allende – Arca Bimbo, hanno manifestato la disponibilità ad accogliere, se dovesse essere necessario, bambini e ragazzi per coinvolgerli nelle rispettive attività e aiutarli a recuperare un minimo di normalità nella vita quotidiana.