“Quella del Divino Amore è una bella comunità, mi sono sentito a casa da subito”. A parlare è don Giuseppe Ancora, che da un mese ha preso il posto di don Peppino Montanaro alla guida della parrocchia del Divino Amore. “Ho ricevuto una splendida accoglienza – dice – sento il calore della gente, così come sento la disponibilità di tanti collaboratori. Don Peppino in questi anni ha costruito una comunità matura, capace di mettersi a servizio con spirito ecclesiale non attorno alla mia persona, ma attorno a quella del parroco, che è cosa ben diversa e appunto più matura. In questo primo anno in parrocchia mi inserirò nel solco lasciato dal mio predecessore per poi cercare di migliorarci”.
Don Giuseppe Ancora, classe ’59, con 34 anni di sacerdozio, di cui 10 anni trascorsi al seminario regionale di Taranto (5 anni da amministratore e 5 da rettore), poi assegnato nel 1995 alla guida della parrocchia Santa Maria del popolo a San Giorgio Ionico, proprio nella parrocchia dove è nata la sua vocazione sacerdotale. Aderisce alla famiglia dei “Servi della sofferenza” e da 23 anni è direttore dell’ufficio vocazioni e attualmente coordinatore diocesano dei gruppi di preghiera di Padre Pio.
Quella del Divino Amore per don Giuseppe è una vera e propria missione, dopo quasi 25 anni alla Santa Maria, con l’impegno di guidare la più giovane comunità della vicaria di Martina Franca. Una parrocchia, oltre che giovane, anche molto estesa territorialmente con una densità demografica in crescita e diverse zone nell’agro. I quartieri di nuova costruzione del “Don Bosco” e la zona industriale, con la pastorale del lavoro, sono i territori su cui don Giuseppe ritiene prioritario far sentire la presenza del Signore. “Lavoreremo molto anche con le famiglie – dice – sulla loro formazione e sul loro inserimento nella comunità prima che nella parrocchia, ma è un lavoro su cui ci vorrà del tempo; lavoreremo anche per i bambini e i giovani del quartiere”.
Una parrocchia recente, quella del Divino Amore, che dispone anche di un moderno auditorium da 230 posti capace di ospitare attività culturali, conferenze e spettacoli teatrali, a disposizione della città per diverse iniziative e funzionale alle attività parrocchiali.
Nella mente di don Giuseppe Ancora è ancora vivo e lucido il ricordo della visita di Giovanni Paolo II, esattamente 30 anni fa, a Taranto e Martina Franca. In quegli anni era delegato arcivescovile per la pastorale giovanile e vocazionale e, per questo, si occupò di una parte importante dell’organizzazione dell’incontro con i giovani allo stadio Iacovone. Ma don Giuseppe ha anche discrete doti culinarie e, per questo, fu incaricato dal Mons. Salvatore De Giorgi, di servire al Pontefice la colazione del mattino e coinvolto nell’organizzazione del lavoro in cucina, assieme ai seminaristi di Poggio Galeso. “Del Santo Padre – dice don Giuseppe – ricordo bene la sua grande umanità e sensibilità”.
Ottavio Cristofaro