Da 60 anni quello è il “tabacchino” del Foro Boario. Era l’8 giugno del 1957 quando Marino Laneve decise di aprire la rivendita di tabacchi n. 27 proprio lì dove, fino ad allora, c’era una bottega artigianale di falegnameria.
Quel tabaccaio ha visto sotto i propri occhi l’espansione urbanistica della città, la costruzione dei palazzi, l’allargamento di quello che è poi diventato uno dei quartieri più importanti della città. Alla sua apertura lì c’era aperta campagna, terre coltivate e luogo di passaggio per la vicina chiesa di San Michele, il Convento dei Marinosci e soprattutto il cimitero comunale. Quel punto esatto era l’ultimo confine della città prima della campagna. Hanno seguito lo sviluppo della città gli occhi di Pierino Laneve, le sue sorelle Grazia (Ninodda) e Sara, assieme a sua moglie Stella.
Sara ancora oggi la trovi seduta sulla sua piccola sedia posizionata sempre lì sulla destra appena entrati nel locale.
Poi il Foro Boario, la grande Piazza d’Angiò (che oggi è lo spazio pubblico più grande disponibile su territorio comunale), lo stadio Tursi, la scuola Giovanni XXIII hanno fatto dei Paolotti uno dei quartieri più densamente popolati di Martina Franca.
Molti dei tabacchi attualmente in città erano un tempo vecchie licenze di rivendite di campagna, di contrada, poi con il tempo trasferite nel centro urbano. Il “tabacchino” Laneve è stato sempre lì, da 60 anni non si è mai mosso.
Oggi Pierino non c’è più e la licenza è stata trasferita a sua figlia Cosetta, ma quel tabaccaio continua a essere punto di riferimento per l’intero quartiere, in una città che si è sempre orientata con i “tabacchini”: ci viene in mente Biancofiore (che ha cambiato gestione da anni ma sempre Biancofiore si chiamerà, ndr), quello di “Piscialetto”, l’“Averna”, il tabacchino di “sopra al Carmine” e tanti altri.
o.cri.