Sono diversi gli elementi di novità che ricorderemo di questa campagna elettorale sul piano della comunicazione.
Ricorderemo certamente l’idea editoriale di Martina News con l’album “Santini” per raccogliere e collezionare i biglietti dei candidati al Consiglio Comunale. Un’iniziativa che contribuisce fare memoria e che non potrà più mancare nelle prossime elezioni.
Sul piano degli spot elettorali ha esordito per la prima volta l’utilizzo dell’autoironia dei candidati che è poi risultata vincente per la riconferma del sindaco uscente. Il suo spot “E poi dite che non facciamo niente per voi” riprendeva il candidato che utilizzava la brochure delle cose fatte dalla sua amministrazione come carta da riciclo per gli usi più disparati. Un esempio di quella che in linguistica si chiama “semiosi” dove significante e significato contribuiscono al processo di “costruzione del senso” (scusate la digressione filosofica, ndr).
Per la prima volta abbiamo assistito all’uso della musica in piazza nei post comizi, lo hanno fatto Eligio Pizzigallo prima e Franco Ancona in un secondo momento.
Entrambi i candidati andati al ballottaggio hanno scelto Piazza Roma come sede dei loro rispettivi comitati elettorali, uno di fronte all’altro, con grande correttezza, senza aver mai fatto registrare episodi di confronto tra i rispettivi supporters. Tutto questo almeno fino al venerdi sera prima del ballottaggio quando l’ingresso degli “sbandieratori”, in un clima da derby Roma-Lazio c’era chi chiedeva la cacciata del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano in quel momento in comizio, che – seppur colpevole di aver sforato di circa 10 minuti il tempo a sua disposizione – resta comunque un’Istituzione e comunque un leader politico nazionale. La politica signorile di altri tempi aveva un codice non scritto di regole che non venivano infrante e questo episodio non lo avrebbe consentito.
Il vero esordio dei social nella sfera politica lo possiamo far risalire già alle passate amministrative del 2012, ma il riscontro di allora era certamente minore. Il vero esordio, invece, è quello della satira sui social, una satira geniale, sana, divertente e creativa quella proposta dalla pagina “Magazzini Ferry 74015” che è riuscita a strapparci più di qualche sorriso.
A chiudere questa mini-rassegna, che non siamo certi sia del tutto esaustiva, c’è il candidato al Consiglio Comunale Michele Minardi con la sua bombetta “nata a Martina e che deve morire a Martina”. Il suo messaggio semplice, diretto e spontaneo non è per nulla banale, anzi manifesta la necessità di una città chiamata a riscoprire l’orgoglio per le sue eccellenze e i suoi punti di forza. Michele non possiamo non biasimarlo, certamente esagera troppo spesso con le parolacce, utilizza un linguaggio terra terra, utilizza il dialetto, ma è genuino e in fondo il concetto che esprime è chiaro e può essere riassunto con la necessità per Martina di riacquistare quel ruolo di centralità nell’ambito del territorio della Valle d’Itria.
Ottavio Cristofaro