Al soprano Carmela Remigio il 41° premio Bacco dei Borboni – Lo Stradone

Al soprano Carmela Remigio il 41° premio Bacco dei Borboni

Si aggiunge alla lunga lista dei premiati anche il nome del soprano abruzzese Carmela Remigio, vincitrice della 41a edizione del premio Bacco dei Borboni, negli anni assegnato a personalità del mondo musicale come Katia Ricciarelli, Raina Kabaivanska, Franco Fagioli, Jessica Pratt, solo per citarne alcune.

Il soprano, già vincitrice del “Premio Abbiati” dall’Associazione Critici Musicali italiani nel 2015 per “tecnica, musicalità, convincente gioco scenico che le permettono di fornire prove di indubbio valore, sostenute dall’adeguata conoscenza dello stile di ogni partitura”, ha debuttato con successo quest’anno al Festival della Valle d’Itria con la rara cantata rossiniana La riconoscenza, ovvero “Argene e Melania” e come Armida nel Rinaldo di Händel / Leo.

Il premio consiste in una cantinetta di cento bottiglie di vino Martina d.o.c. delle Cantine Di Marco.

Istituito nel 1978, il Premio Bacco dei Borboni viene assegnato ogni anno – in collaborazione con l’Associazione Voltaire di Martina Franca – durante il Festival della Valle d’Itria all’artista più “popolare” dell’edizione in corso.


Insignita del “Premio Abbiati” dall’Associazione Critici Musicali italiani, il soprano Carmela Remigio inizia a studiare violino all’età di cinque anni. Soltanto alcuni anni dopo intraprende lo studio del canto con Aldo Protti, perfezionandosi poi con Leone Magiera. Dopo le prime scritture in opere barocche, si dedica a Mozart, cantandone tutti i maggiori ruoli da protagonista: Susanna e la Contessa ne Le nozze di Figaro, Vitellia ne La clemenza di Tito, Fiordiligi in Così fan tutte, Pamina in Die Zauberflöte, Elettra e Ilia in Idomeneo. Ha interpretato oltre quattrocento recite del Don Giovanni, sia nei panni di Donna Elvira sia in quelli di Donna Anna, ruolo che le ha dato l’opportunità di lavorare con Peter Brook e con Claudio Abbado, con cui ha inciso, giovanissima, una prestigiosa edizione discografica del capolavoro di Mozart per Deutsche Grammophon (1998).

Da allora ha collaborato con direttori come Antonio Pappano, Myung-Whun Chung, Jeffrey Tate, Daniele Gatti, Daniel Harding, Gustavo Dudamel, Riccardo Chailly, Gianandrea Noseda, Juraj Valčuha, John Axelrod, Roberto Abbado, Lorin Maazel, Michel Plasson, Eliahu Inbal, Michele Mariotti, Kent Nagano, Rinaldo Alessandrini, e con registi quali David McVicar, Graham Vick, Pier Luigi Pizzi, Federico Tiezzi, Karole Armitage, Mario Martone, Luca Ronconi, Damiano Michieletto, Robert Wilson e il già citato Peter Brook.

Il suo repertorio abbraccia anche opere di Puccini come La bohème (Mimì) e Turandot (Liù), di Donizetti – di cui ha interpretato per intero il “Ciclo delle tre regine Tudor” (Maria Stuarda, Roberto Devereux e Anna Bolena) – e di Rossini, come L’inganno felice, Maometto Secondo, Il viaggio a Reims, Mosè in Egitto. Tra le altre parti che ha incarnato: Norma, Adalgisa, Cleopatra (Giulio Cesare), Marguerite (Faust), Alice (Falstaff), Desdemona (Otello), Amelia (Simon Boccanegra), Violetta (La traviata), Poppea (L’incoronazione di Poppea), Malwina (Der Vampyr), Alceste, Euridice (Orfeo ed Euridice), Tatiana (Evgenij Onegin), Anne Trulove (The Rake’s Progress), Miranda (La donna serpente), Suzel (L’amico Fritz) e Nedda (Pagliacci).

Ha cantato sia nel repertorio operistico sia in quello da camera nelle principali istituzioni internazionali come il Teatro alla Scala di Milano, il Festival di Salisburgo, la Royal Opera House di Londra, il Teatro San Carlo di Napoli, lo Sferisterio Opera Festival di Macerata, il Teatro Comunale di Bologna, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Teatro dell’Opera di Roma, il Festival di Aix-en-Provence, il Teatro la Fenice di Venezia, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Petruzzelli di Bari, La Monnaie di Bruxelles, nonché a Losanna, Tokyo, Trieste, Lugano, Firenze, Los Angeles, Parigi.