Gisella Marinuzzi, candidata alla segreteria di Martina Franca del Partito democratico ha ritirato la sua mozione, lasciando in corsa soltanto Vincenzo Angelini e motivando così le ragioni della sua scelta:
La modalità ed il metodo con i quali si arriva all’indizione del nuovo congresso ripropone una inutile, quanto dannosa prova muscolare in spregio ai valori ed alla dignità dei rappresentanti politici ed istituzionali e degli iscritti del nostro partito.
Apprendiamo che i cosiddetti “Garanti”, quindi super partes, sono – fatto gravissimo – diventati i giocatori della partita, abdicando al loro ruolo così da rendere nullo un percorso politico già incomprensibile e privo di momenti di confronto serio e di contenuti.
Non si può, dunque, che invitare alla responsabilità e far sì che siano garantiti i diritti di tutti e rispettate le regole ed i valori democratici ignorati proprio nel momento più importante per un partito.
Quello stesso senso di responsabilità con cui i consiglieri, nel corso della vita di questa amministrazione, hanno più volte affrontato nella solitudine assoluta, gli attacchi e le accuse dell’opposizione, degli alleati e della città, ritrovandosi a dover supplire alla inconsistenza di un partito sempre in stallo.
Di fronte a questo non si può restare indifferenti, delusi, distaccati e lasciare che si compia “un’operazione” di conta frettolosa che sfibra, frammenta e svuota ulteriormente il partito.
Un Congresso gestito in queste condizioni, frustrando la coscienza politica di iscritti e simpatizzanti che hanno a cuore il rispetto dei valori fondanti del partito democratico non può, anzi, non deve andare avanti.
Meglio fermare tutto e aprire un confronto serio che convinca tutti e soprattutto convinca i cittadini che si vuole un Partito davvero “Democratico” e non frutto di vecchie logiche all’occorrenza trasformate in “rinnovamento”.
L’attività amministrativa della città di Martina Franca necessita di un’azione politica forte che solo il partito democratico può esprimere con una visione ed un progetto che siano sintesi di una prospettiva condivisa e che incroci le migliori sinergie possibili con tutte le risorse del nostro partito, che in esso devono ritrovare coesione e slancio reciproco.
L’ambizione della nostra città di tornare ad esprimere i propri rappresentanti ai più alti livelli istituzionali e politici deve coniugarsi con un “patto di apertura e di crescita” che amministrazione e politica devono stringere per il bene dei cittadini.
Questo per difendere con orgoglio, fino in fondo, il grande progetto politico del partito democratico senza concedersi al vecchio trasformismo, nel maldestro tentativo di far passare per nuovo ciò che invece è consunto.
Di conseguenza, saremo costretti a ritirare la mozione, non partecipando a questo congresso politicamente delegittimato.