Partiti i lavori di restauro del campanile di Sant’Antonio – Lo Stradone

Partiti i lavori di restauro del campanile di Sant’Antonio

Nessuna pausa per Don Dino, parroco a Sant’Antonio a Martina Franca, neppure dopo due settimane di viaggio. Rientrato solo da qualche giorno dalla “Missione Perù”, iniziativa che la parrocchia martinese sostiene da diversi anni con tante adozioni a distanza nella periferia di Lima per restituire dignità ai bambini, ha visto finalmente avviarsi i lavori di restauro del convento adiacente alla chiesa.

Un intervento sulle facciate ammalorate del convento, ma soprattutto lavori finalizzati al consolidamento del campanile della chiesa che, da diverso tempo ormai, necessitava di una seria opera di restauro in assenza della quale si sarebbe messa a rischio la staticità stessa della struttura.

Soddisfatto il commento del parroco Don Dino Lepraro che aveva salutato l’avvio dei lavori già in fase di avvio lo scorso dicembre e che ora, con il montaggio dell’impalcatura esterna sulla facciata del convento, sembrano essere entrati nel vivo. Finanziamenti arrivati grazie al sostegno dell’8 per mille alla Chiesa cattolica, mentre la restante parte sarà messa a disposizione da parte dei fedeli e di alcuni benefattori, alcuni dei quali imprenditori illuminati che hanno scelto di dimostrare il proprio attaccamento alle bellezze della città sostenendo in maniera sensibile questa iniziativa. Si tratta di un intervento di circa 300 mila euro, di cui la metà provenienti dall’8 per mille e l’altra metà dalle risorse messe a disposizione dalla parrocchia attraverso i benefattori.

Con l’otto per mille le diocesi italiane hanno potuto dare risposta a tante esigenze pastorali dei nostri quartieri, città e paesi. Esigenze relative, ad esempio, alle problematiche familiari, alla realizzazione di strutture educative e ricreative per ragazzi e per iniziative di cultura religiosa. Ma anche interventi per la formazione dei sacerdoti, per le scuole di formazione teologica per laici, catechisti ed insegnanti di religione, per aiutare le parrocchie ed i monasteri di clausura in condizioni di straordinaria necessità, tenendo conto che le attività pastorali si fanno sempre più articolate e si proiettano maggiormente in prospettiva evangelizzatrice e missionaria.
Nel corso del 2014 i fondi assegnati dalla C.E.I. per le strutture religiose in Italia sono stati 120 milioni di euro. Nel corso del 2013 sono state approvate ed ammesse al finanziamento 126 pratiche relative agli interventi edilizi a favore delle parrocchie e diocesi. I contributi della C.E.I. vengono destinati in via prioritaria a strutture di servizio religioso di natura parrocchiale o interparrocchiale. Come è noto la Conferenza Episcopale non finanzia interamente l’opera per un principio ecclesiologico ed educativo. Si ritiene, infatti, che il concorso delle energie locali sia espressione di partecipazione e corresponsabilità. La C.E.I., quindi, interviene con un contributo massimo del 75% della spesa preventivata (50% per gli interventi sugli edifici esistenti) nel limite di parametri approvati annualmente dal Consiglio Episcopale Permanente.
In Italia circa il 70% del patrimonio artistico è di carattere religioso. Su circa 95.000 chiese, ben 85.000 sono ritenute un bene culturale così come 1.535 monasteri, 3.000 complessi monumentali, 5.500 biblioteche, 26.000 archivi, 700 collezioni e musei ecclesiastici e migliaia di opere pittoriche e scultoree. I fondi dell’8 per mille destinati a questa finalità hanno l’obiettivo di aiutare le diocesi italiane a promuovere iniziative che abbiano come scopo la conoscenza, la tutela e conservazione dei beni culturali ecclesiastici, in particolar modo quelli legati al culto, e stimolare la collaborazione tra le diocesi e gli enti pubblici al fine di agevolare la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico.

o.cri.