Negli ultimi tempi ho un po’ tralasciato la vita politica martinese. Non per disaffezione, ci mancherebbe. Anzi la mia città è ancora importante per me. Ma quante volte dimentichiamo questa cara città. La lasciamo a se stessa? Quante domande le sono rivolte? Provate a camminare per le strade di Martina. L’anziano che passeggia dalla prima mattina sullo Stradone si lamenterà della pensione. Il giovane, spesso laureato con master e specializzazioni a seguito, si lamenterà del precariato. Del lavoro dove si guadagna pochissimo anche se il contratto è in regola. Le mamme continuamente saranno viste come indaffarate. Una città in apparenza normale. Come ogni città d’Italia. Ma manca quel pizzico di follia che può cambiarla. Sì. Giovani della città unitevi. Non è un proclama da Manifesto di Marx. Mi rivolgo a tutti quei ragazzi che in questi tempi dicono tranquillamente che a loro della città non ne importa!Perché questa è vuota di intrattenimenti, di possibilità, di confronto. La politica è sporca. E poi…Io tanto andrò a lavorare al Nord. Che ci guadagno a stare qui? Qui è tutto vecchio. Tranne poi che tornare giù per la disillusione di un paradiso in quel Nord fatto da chi vive il precariato come noi. Invece una nuova svolta può avvenire. Lo vado ripetendo da anni. Anche ora nella mia Azione Cattolica. Quello che manca è che il mondo cattolico martinese fermenti di nuovo come un buon vino. Frizzantino e con quei gradi utili per giungere alla buona pazzia che guida le intelligenze. E’ pazzia o no oggi girare per la città finché le suole delle scarpe si consumino? E’ pazzia andare a cercare di ascoltare la gente dei quartieri di Martina che non si sentono ascoltati o che non sono al centro della nostra considerazione? Il Quartiere don Bosco è in un’altra città per caso? Non mi pare. Il mondo cattolico martinese ha bisogno di una nuova linfa. Ma ci rendiamo conto che tante volte nelle nostre parrocchie ci si ferma solamente alla promozione della catechesi(importante, per carità. Senza essa come formare alla Parola? ). Ma manca la promozione utile della persona singola e della Dottrina Sociale della Chiesa. Quando si parla di Dottrina Sociale ci si fascia la bocca. La Chiesa che interviene in politica. Ma cos’è la Dottrina Sociale di cui tanto vai cianciando? E’ la proposta che la Chiesa fa per la promozione del bene comune. Che non è il Bene mio né il bene di qualcuno ma è il bene di oguno moltiplicato…Leggete il documento preparatorio alla 45 Settimana Sociale che si tenne a Pisa lo scorso anno cui ho avuto possibilità di partecipare come delegato nominato dal Vescovo: “il bene comune è paragonabile al prodotto di una moltiplicazione, i cui fattori rappresentano i beni dei singoli individui (o gruppi)”. Troppo per le nostre orecchie? Troppo per i nostri politici martinesi? Ma non vi rendete conto che è questo il futuro? Non ci rendiamo conto, cari giovani, che possiamo davvero far nascere nuovi fiori nel campo del deserto di idee della politica martinese? O siamo contenti così? Vogliamo ancora che i nostri consigli comunali siano ancora disertati dai consiglieri. Che manchi un’opposizione solida? La Società civile non è un sogno. Non siamo noi protagonisti di un sogno se non siamo noi a realizzarlo. La politica martinese, ma anche di tutto il territorio, ha bisogno di fare rete. Non solo in un’Area Vasta. Ma partendo dal basso. Dalle persone singole. Ma sapete che menefreghismo, che ignoranza c’è della politica fra i giovani? E quanti giovani vorrebbero entrarvi in un partito, ma si trovano bloccati dal fare solo e solamente, dietro promessa di una serata in discoteca o di un posto di lavoro a tempo determinato di tre mesi a imbucare nelle cassette della posta di altrettanti elettori disinteressati la brochure del proprio candidato? Sono tante domande, lo so. Ma non posso esimermi dal lanciare un monito ai cattolici martinesi. Alzatevi e camminate! Non fate in modo che il terreno della città diventi arido perché nessuno pianta più il proprio seme di intelligenza, di amore per i quartieri. E’ questa la vera politica, non lo stare nel partito. Ci vuole proprio quell’attenzione al fine della vita della città che è la persona. Tu Ottavio, io Antonio, tu Francesco ecc. Chiunque è importante nella politica. Non il mio interesse. Abbiamo soluzioni a portata di mano e ci lasciamo andare nella solita routine del non mi interessa. Ma che cittadini si è quando ci si accontenta? Di quando ci si raccontano aneddoti dell’amico ma nelle piazze si tralascia quello che accade nel Consiglio Comunale? Lì ci sono i nostri rappresentanti. Siamo noi lì, ma ce ne dimentichiamo. Manca un metodo nuovo per fare politica a Martina. Meglio. Mancano i cattolici. Quelli veri. Quelli che non si lasciano passare nulla addosso ma che vogliono portare ad ognuno la Parola. Coloro che non si vergognano di dare la Verità. Coloro che non si accontentano di leggere il Vangelo ma vogliono comprenderlo, amarlo. Una piccola cosa già possiamo farla. Perché non incominciare a parlare nelle nostre sacrestie di cittadinanza, di bene comune? Ce ne vergogniamo? Ma dai. E la nostra risposta, da cattolici, alla città. Non dormiamo ma agiamo. Le associazioni di volontariato già ci sono. Ora servono anche coloro che costruiscano la vita cittadina nel rispetto della nostra storia (che tanti non conoscono) e nella capacità di essere profetici. Siate nuovi tribuni della plebe, pronti a far sentire la propria voce a tutti e capaci di donare una ventata di novità al nostro Stradone, al nostro Ringo, al nostro centro storico, alla Villa Carmine e dovunque vediamo che ci sono cose che non vanno…
Antonio Cecere