Anche l’Assessore alle Attività Produttive, Nunzia Convertini, potrà finalmente mettere la sua prima X tra le cose fatte, dopo tre anni di attività non pervenuta.
Assieme all’Assessore ai Lavori Pubblici, Gianfranco Palmisano, sono loro gli artefici “materiali”, ovviamente assieme al sindaco, della volontà politica di allestire il Luna Park della Festa Patronale al Pergolo.
Si tratta dell’anno “zero” di una nuova Festa Patronale, rivoluzionata nella sua organizzazione, sicuramente più sostenibile, e in questa edizione segnata dal ritorno anche della cassa armonica in Piazza Maria Immacolata.
Il provvedimento di spostamento al Pergolo del Luna Park divide in due l’opinione pubblica, come è giusto che sia, tra i favorevoli e i contrari, ma la volontà dell’Amministrazione è legittimata da una precisa scelta politica, votata dal Consiglio Comunale che è legittimato dal mandato elettorale e quindi dal voto dei cittadini.
Sono le regole della democrazia.
Tre anni fa il sindaco Franco Ancona si vide approvare il proprio programma elettorale, votato dalla maggioranza dei cittadini che lo scelsero come sindaco della città e in quel programma si parlava a più riprese della volontà di spostare il Luna Park. Votare un sindaco, significa votare il suo programma e la sua azione di governo e lo stesso discorso vale per gli altri amministratori eletti insieme a lui. Il voto è espressione di legittimazione.
Ecco perché è importante legittimare la propria azione politica con un mandato elettorale, affidato dai cittadini attraverso il voto; ecco perché all’Assessore “pluri-deleghe” Pasquale Lasorsa viene a più riprese rimproverato il fatto di non essere espressione di alcuna volontà popolare, ricoprendo addirittura il ruolo di vicesindaco, in cambio di un accordo pre-elettorale che prevedeva il ritiro della sua candidatura a sindaco in favore proprio di Ancona.
È vero, è nelle facoltà del sindaco nominare in Giunta Assessori “esterni” o “esperti” – cosa che potrebbe anche essere auspicabile, ndr – ma lo è solo nel caso in cui tutto l’intero esecutivo si compone di personalità tecniche, oppure – come nel caso del Prof. Scialpi alla Cultura – di conclamate competenze indubbiamente riconosciute.
Il voto, oltre a essere uno strumento di legittimazione, è anche strumento di approvazione o disapprovazione di scelte politiche. Votare un proprio rappresentante significa approvare la sua azione; non votarlo o non rinnovare il voto significa bocciare la sua azione.
Ma se quel qualcuno non è candidato come può un cittadino dirgli: “guarda che non approvo la tua azione politica”?
o.cri.