Basket. I segreti del successo della DueEsse secondo coach Russo – Lo Stradone

Basket. I segreti del successo della DueEsse secondo coach Russo

Il coach della Valle D’itria Basket Martina, Aldo Russo, analizza le cifre dell’annata arancio-blu che rivelano l’importanza del gruppo e del collettivo nell’ottenimento dei recenti successi, utili a dare nuova linfa e morale a tutto il progetto basket martinese, soprattutto in ottica futura e sulla scia dell’ottima strada tracciata quest’anno. Una strada, un cammino di crescita costante che ha consentito alla DueEsse di giungere fino ai quarti di finale playoff e per il quale è stato necessario e fondamentale il contributo di tutti gli effettivi, compresi i ragazzi del settore giovanile.

“Il risultato dei playoff è stata la ciliegina sulla torta di un campionato incredibile. Essere stati eliminati dalla prima finalista del girone, nonché di coppa Italia, come Agropoli, giocando il quarto di finale con il fattore inesperienza che ha pagato in gara 1 per poi essere colmato in gara 2 con un grandissimo approccio, mi inorgoglisce. Se a questo aggiungiamo le condizioni fisiche non ottimali di più di un giocatore, sono convinto di poter parlare di una grande stagione. In regular season siamo arrivati sesti a pari merito con Monteroni e Maddaloni, che avevano obiettivi iniziali di rango, conquistando 30 punti e nonostante rotazioni ridotte, facendo in modo che tanti under potessero giocare ed allenarsi con noi. Tappe di maturazione passate anche attraverso le sconfitte, qualcuna molto amara come le due con Pescara, o quella con Taranto all’andata, ma che con senso di responsabilità, abbiamo utilizzato dando valore e continuità ad un progetto per il quale tutti ci siamo impegnati: personalmente come allenatore esordiente, lo staff che giornalmente ha fatto in modo di sostenere i ragazzi attraverso un impegno profuso davvero encomiabile, per il quale ringrazio ancora Gianpaolo, Andrea e il prof. Schiavone, e dei giocatori nel disputare un campionato impegnativo. In questo roster, che durante l’anno ha cambiato fisionomia dopo il saluto di Francesco Forti e l’ingresso di Marengo, Mastroianni ha giocato quasi 30’ di media a gara, mentre Nwokoye, alla sua prima vera esperienza fuori, ne ha disputati 15’ di media e in crescendo, dimostrando di poter tenere bene il campo alternandosi tra il ruolo di #4 e #5. L’unico vero giocatore con una certa esperienza era Dimarco, che ha dimostrando grande umiltà e disponibilità nell’adattarsi ad un modo di giocare diverso da quello a cui era abituato, e mettendosi a disposizione dei compagni, che hanno saputo trovare grande produttività dalle sue giocate. Tato Bruno è un giocatore divenuto importantissimo su entrambi i lati del campo, ed a mio modesto parere uno dei migliori tre esterni di questo campionato, mentre solo l’anno scorso giocava in DNC con Marengo. Per quanto riguarda Schiano e Salvadori, veri e autentici protagonisti quest’anno, la scorsa stagione erano gli sparring in allenamento e avevano trovato pochi minuti in Silver ed in DNB. Marchisio proveniva dall’Argentina dopo un infortunio e ha faticato all’inizio a capire la diversità del gioco italiano, dell’importanza dell’aspetto tattico e difensivo, per poi divenire fattore determinante in chiave di playmaking, soprattutto quando giocavamo con 3 piccoli. Forti alla prima esperienza fuori e con un po’ di inesperienza, dopo aver disputato 17’ di media a partita aveva comunque lasciato Martina con una prova importante contro Francavilla, a testimonianza di grande maturazione. In più c’è stata una responsabilizzazione maggiore degli under 17 in organico, con ben 63.70’ di media complessivi disputati: da Friuli, vittima poi dell’infortunio al crociato che ci ha privato di una pedina importante per tutta la stagione, a Camassa e Caroli in pianta stabile tra i 10 e solo nella parte finale di Ragusa e Angelini, visto i problemi di lavoro che hanno reso Niso disponibile solo a corrente alternata a fine campionato. Anche se avere come nono e decimo due ragazzi alla prima esperienza è andato a discapito di una qualità/continuità del lavoro che sicuramente poteva essere ancora migliore. Un ulteriore dato che vorrei sottolineare e che ci fa capire, anche in termini statistici, la grande stagione disputata dalla DueEsse e i continui progressi di tutto il collettivo, sono il quarto posto generale nella classifica dei rimbalzi offensivi del girone (ben 251 per 9.7 di media a gara). Questo per una squadra senza lunghi di ruolo come la nostra, e contro avversari che annoveravano tra le proprie fila gente del calibro di Corral, Mocavero, Serino, Molinaro, Antonelli, Leggio, Polonara, Fall, Leo e De Paoli, è un risultato eccezionale a cui aggiungere il terzo posto generale nella classifica delle palle recuperate (204 per 7.8 di media a gara) e il secondo in quella degli assist (348 per 13.4 di media a gara). Grazie a queste performance abbiamo anche vinto partite importantissime, vedi Palermo ed Agropoli, che hanno visto probabilmente il nostro miglior momento in chiave anche tecnico-tattica, nella capacità di mantenere i vantaggi, saper essere cinici, e sapere cosa fare e cosa volevamo esaltando le nostre caratteristiche di velocità, di aggressività difensiva ma anche letture tattiche, che per me hanno significato una assoluta crescita della squadra così come desideravo. La stessa Agropoli, prima finalista playoff (con un percorso netto, frutto del 2-0 alla DueEsse e del 3-0 nella serie di semifinale contro Pescara, ndr), con Pescara ha avuto vita difficile, così come con noi, e ha dovuto rinforzare il roster con due innesti importanti, Palermo ha cambiato anche la guida tecnica, mentre Bisceglie ha sostituito tre giocatori, quindi questo avvalora anche un po’ il cammino delle squadre subito sotto in classifica, e rinforza ancora di più il risultato da noi raggiunto dopo essere cresciuti dal punto di vista tecnico, in quanto solo con l’aspetto emotivo e con l’energia non ci saremmo riusciti”.

Adesso sarà difficile per Russo non rivedere più quotidianamente i ragazzi e i collaboratori, con cui si è creato un vero e proprio legame familiare che va oltre il parquet.

“È già molto difficile per me non rivedere quotidianamente i ragazzi, con cui c’era voglia di lavorare e grande professionalità: mai un allenamento in cui non ci fosse un coinvolgimento totale, di grandissima abnegazione, andando sempre oltre la soglia di dolore per i vari infortuni avuti in un anno in cui siamo usciti davvero malconci a livello fisico. Questo perché abbiamo stretto i denti per le rotazioni ridotte o siamo stati costretti ad allenamenti in cui non eravamo al completo, sempre senza mai lamentarci o senza avere un atteggiamento di rassegnazione, ma anzi con forza di volontà encomiabile. Tutto questo mi rende contento per la stima e la fiducia avuta da tutti nei miei confronti, e ciò si ottiene solo con il giusto spirito con cui si affrontano le cose, che poi è una delle più grandi conquiste ottenute quest’anno e che ci manca di più ora: stare bene insieme, creando così un’empatia molto forte e un’integrazione totale tra squadra e staff. Un rapporto che al di fuori del parquet chiaramente, avendo a che fare con persone in grado di scindere i ruoli, è diventato veramente fortissimo, con un affetto che è cresciuto oltre alla stima e alla fiducia che ognuno di noi aveva per l’altro ed è diventato determinante, probabilmente, anche per la riuscita di una stagione così importante. L’enfatizzazione di un gruppo dipende anche dalle sue qualità umane”.

E invece quanto mancheranno Martina e i suoi tifosi?

“Mi mancherà tutto di Martina. La quotidianità del vivere in centro, del muoversi, del trovare sempre persone pronte a darti una pacca sulle spalla, o a scherzare, ridere e a parlare di pallacanestro, vivendo con passione per questo sport. Persone che parlavano di quello che sarebbe successo la domenica successiva o di come si organizzava la trasferta ogni giorno. Si è creato dall’inizio un legame molto forte con la città in cui io in maniere timida, ma discreta, ho lasciato spazio affinché ci si conoscesse a vicenda. Spero di aver lasciato un buon ricordo di me così come Martina e i tifosi hanno dato a me. Porto questa esperienza dentro di me perché c’è stato un rapporto simbiotico con questo posto e la sua gente, mi sono davvero sentito a casa”.

In vista del prossimo anno in molti sperano che il vostro sia solo un arrivederci.

“Per quanto riguarda il prossimo anno aspettiamo perché abbiamo appena chiuso la stagione. Dopo esserci salutati ci siamo anche rivisti, oltre a sentirci quotidianamente con il DS Valzani e il Presidente Marcello Schiavone. Ma è chiaro che adesso la società ha bisogno di rimodulare e tirare giù un bilancio generale sull’andamento della stagione e quindi servono necessariamente dei tempi per cercare di fare le valutazioni più giuste. Naturalmente l’idea di un progetto deve essere perseguita e mantenuta, perché la DueEsse Martina quest’anno ha dimostrato di vederci lungo, tracciando già una strada e ottenendo dei risultati importanti, rigenerando entusiasmo, riportando la gente al palazzetto e dimostrando che credere in qualcosa, molto spesso, dà più risultati di un qualcosa che sia più ‘scontato’. Tutti sono andati via con grande gioia e grandi emozioni nei proprio bagagli e non c’è una persona che non sia stata bene qui a Martina”.