Dalla Laguna fin sotto la Madonnina, passando per tutto il Nord. La Lega rivendica innanzitutto a se stessa le vittorie elettorali del centrodestra e va all’incasso. “Siamo determinanti, vogliamo di più”, dicono i colonnelli bossiani. A Milano è assedio a Letizia Moratti, ritenuta tra i responsabili della performance poco brillante ottenuta in città dal nuovo presidente della Provincia Guido Podestà, che ha vinto solo grazie al traino dell’hinterland (dove la Lega è più forte). E in vista delle regionali dell’anno prossimo, la Lega torna ad alzare la voce: non le basta più la presidenza del Veneto, adesso è lo stesso Roberto Calderoli a prenotare la guida di almeno tre Regioni.
A Milano il Pdl fa quadrato attorno al sindaco, e tenta come può di respingere l’assalto dei leghisti che vogliono più potere in giunta e la testa di alcuni assessori molto vicini alla Moratti. È una difesa d’ufficio resa indispensabile anche dal gelido commento di Bossi ai risultati delle provinciali: “A Milano non ha vinto nessuno”. La replica della Moratti è secca: “L’analisi del voto, soprattutto nelle grandi città, va fatta sui risultati del primo turno, e due settimane fa Podestà ha vinto, anche in città; sarebbe meglio abolire i ballottaggi”. E mentre Filippo Penati guarda alle comunali del 2011 (“Si é aperta la caccia alla Moratti, anzi adesso è lei a dover inseguire”), interviene il vicesindaco Riccardo De Corato, ex An. Ma per bacchettare gli alleati del Carroccio: “È comprensibile che il centrosinistra, colpito dalla sconfitta, cerchi un appiglio per consolarsi; ma non si capisce l’attacco della Lega, che spara a zero e in modo del tutto ingiustificato sul sindaco e sulla giunta comunale di cui peraltro fa parte”. Poi la staffilata: “Nessuna preoccupazione per il Pdl, che a Milano, già alle europee, ha segnato una crescita dello 0,3 per cento, a differenza della Lega che invece ha perso lo 0,6”.
Che tra gli alleati di giunta stiano volando gli stracci lo conferma anche il comunicato a quattro mani diffuso dal capogruppo in Comune del Pdl Giulio Gallera e dal suo vice Carlo Fidanza: “Per la serenità degli amici della Lega, non c’è da giocare sul risultato di Milano città per richiedere spazi e ruoli, ma da condividere le responsabilità del governo cittadino”. Poi Podestà: “Non addossiamo delle responsabilità alla Moratti, che si è anche molto spesa in campagna elettorale”. Sarà un caso, però il primo incontro del neopresidente della Provincia, in vista della formazione della giunta, è stato proprio, ieri sera, con il plenipotenziario della Lega a Milano, Matteo Salvini. La richiesta a Podestà è secca: tre assessorati, la vicepresidenza della giunta e la presidenza del consiglio provinciale. Altrettanto quella al sindaco: “Se Berlusconi sta rifondando il Milan, la Moratti può rivedere la sua giunta, due o tre innesti non sarebbero male”.
Poi c’è il Veneto, dove i candidati leghisti hanno fatto scintille, più di quelli del Pdl (com’è successo a Padova con la sconfitta del pidiellino Marco Marin, tra l’altro alleato al secondo turno con l’Udc. “La valanga verde – taglia corto la neo parlamentare europea della Lega Mara Bizzotto – ha espugnato anche roccaforti rosse come Venezia e Belluno. Questo è sicuramente il viatico migliore per avere un governatore leghista in Veneto: come ama dire Bossi, il popolo apprezza i nostri uomini e le nostre donne”. E li apprezzerà, come dice Calderoli, anche in Lombardia e in Piemonte.
Rodolfo Sala “La Repubblica”