Il Meeting internazionale “Le giornate dell’olivicoltura”, organizzato dalla C.I.A. (Confederazione Italiana Agricoltori) di Taranto, previsto per i giorni 25, 26 e 27 giugno 2009 presso l’Azienda Turristico-Rurale Bosco di Avetrana, ospiterà, nel suo ricco programma, ricercatori e rappresentanti Istituzionali provenienti da Paesi di tutto il mondo che hanno però in comune la passione, la competenza, lo studio e l’interesse commerciale nei confronti dell’olivicoltura e del settore agro-alimentare in genere. Di questo importante comparto si parlerà nel corso della tre giorni assunta oggi ad appuntamento internazionale di assoluto rilievo.
Le tre giornate (tecnica, commerciale ed istituzionale) saranno presentate dalla Confederazione nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella Sala Due Mari presso la Cittadella delle Imprese di Taranto sabato 20 giugno 2009 alle ore 10.30.
Presenteranno l’iniziativa il Presidente Provinciale della C.I.A. dott. Nicola Spagnuolo, il Commissario della Camera di Commercio avv. Roberto Falcone ed il Segretario Generale della stessa dott. Nicola De Benedictis.
L’obiettivo della C.I.A. è quello di offrire agli intervenuti un panorama completo del comparto, che non guarda solo agli aspetti tecnici ed economici e dunque al business, ma si pone anche l’obbiettivo di stimolare l’interesse dei consumatori attraverso un percorso ed un approccio multisensoriale. Nel corso del meeting infatti, sarà possibile ascoltare tutte le novità riguardanti le tecniche di coltivazione del comparto olivicolo, ma anche ammirare e gustare i prodotti agro-a-limentari tipici del nostro territorio, percepire il profumo del nostro olio, assaggiare le prelibatezze della nostra terra, ed ascoltare i suoni della musica inframmezzata dalle lingue più diverse degli ospiti internazionali.
Nel corso della conferenza stampa sarà anche presentato il concorso destinato alle scuole del territorio e finalizzato alla conoscenza della nostra terra, della nostra storia, della nostra radici e, dunque, del nostro futuro. Perché non c’è futuro senza la memoria del passato.