Un evento curioso è accaduto l’altro ieri sullo stradone, la piazza del passeggio e delle chiacchiere. Uno sciame d’api ha pensato bene di sostare sul tronco di uno degli alberi piantati sul marciapiedi della piazza, provocando qualche momento di paura tra i passanti. La polizia municipale è intervenuta prontamente, chiedendo l’intervento di un esperto apicoltore, sia per motivi di sicurezza, che per motivi legati alla salvaguardia della specie delle api, a rischio di estinzione. Quello che si è verificato, altro non è stato che il fenomeno della sciamatura delle api. Si tratta di un evento naturale grazie al quale si perpetra il mantenimento della specie e che si manifesta, solitamente, a cavallo della primavera, periodo in cui vi è il massimo raccolto. L’ape regina rallenta la deposizione delle uova, le celle di fuco sono pronte allo sfarfallamento, la popolazione dell’alveare è numerosissima e vengono costruite innumerevoli celle reali. Ci si trova davanti ad una vera e propria “febbre sciamatoria” che comporta , alla schiusa della prima cella reale, la dipartita della vecchia regina assieme ad un cospicuo numero di operaie adulte; questo gruppetto (si fa per dire, visto che si parla anche di 10-20 mila api) esce in una bella giornata, proprio come ha fatto l’altro ieri, e si va a posare su di un tronco, solitamente nei pressi dell’arnia originaria, dove attende che le esploratrici tornino con le informazioni per una nuova definitiva dimora. Se le api perdono l’orientamento, può capitare che si ritrovino in città, come è accaduto nei giorni scorsi anche a Roma e a Napoli. Armato di portasciame, affumicatore, spazzola, l’operatore è intervenuto in relativa sicurezza, in quanto le api, che si sono rimpinzate di nettare, apparivano molto docili e facilmente catturabili. Una volta catturato lo sciame e deposto nello sciamatore, l’apicoltore può procedere all’arniamento dello sciame, creando così una nuova famiglia. L’operazione è stata effettuata dopo il calar del sole, quando le api sono abituate a tornare nel loro ricovero.
Fonte: Tarantoggi