Al termine dell’avventura play off, solo parole di encomio da parte della dirigenza e della tifoseria, verso il coach e i suo ragazzi. Per una stagione sorprendente, vissuta da una squadra che, seppur allestita in fretta e furia, ha saputo crescere, dimostrare grande professionalità e giocare alla pari con le prime della classe.
“Sono orgoglioso dei miei ragazzi – ha ribadito coach Fantozzi al termine della gara – per tutto quello che hanno fatto dall’ inizio dell’anno. Non è stato per niente facile, anche perchè abbiamo fatto i conti con tante problematiche, che abbiamo saputo sfruttare e risolvere al meglio. Per molti dei miei ragazzi era la prima esperienza in questo campionato, ma nel corso dell’anno e sono certo di non essere smentito, hanno dimostrato di essere alla pari con altri professionisti della categoria. Questo è stato però il risultato di un grande lavoro, di enormi sacrifici. Hanno seguito le mie direttive, risolvendo i fattori critici e trasformandoli in opportunità. Questo mi da enorme soddisfazione.”
Il Martina è stata una spina nel fianco degli ospiti per tutti i 40’ minuti, ma alla fine cede il posto in semifinale al Bisceglie. Dopo l’infortunio di Raffaelli e Lasorte, proprio sul parquet del PalaDolmen di Bisceglie, coach Fantozzi ma non ha mai gettato la spugna. Con la squadra ridotta ai minimi termini ha saputo tener testa per 40’ ai 10 uomini 10 di Scoccimarro. “Devo dire che il nostro campionato è iniziato con la vittoria in campionato a Bisceglie e finito in Gara 2. Le assenze di Lucas e Andrea hanno influito anche sul morale del gruppo, non solo piano fisico, ma non ho permesso ai miei ragazzi di tirare i remi in barca. Quello che ho visto in campo mi ha dato ragione. Avevamo poche possibilità di rotazioni, gli infortuni hanno pesato come macigni. Non potevo chiedere loro di più di quello che hanno fatto, si sono sacrificati e hanno creduto nella competizione: sono fiero di loro.”
Nessun rammarico, quindi, per coach Fantozzi. E neanche per la società, che ribadisce la stima nei confronti di un tecnico che ha saputo lavorare con grande umiltà e spirito di sacrificio, mettendosi in gioco, a volte rischiando, valorizzando i giovanissimi, affidando loro ruoli importanti; e nei ragazzi, un gruppo che ha trovato la sua identità e che, seppur giovane, ha dimostrato di essere grande.