Il Gruppo Palestra Marathon torna dalla spedizione di Roma con esperienze simili ma differenti l’una dall’altra, che contengono un fattor comune: l’emozione di aver preso parte a un evento sportivo collettivo tra le strade magiche della città eterna. L’oscar della grande bellezza che ha accomunato i diciannove atleti martinesi agli oltre 19.000 partiti dai piedi del Colosseo, oltre che l’agognata medaglia conquistata dopo quarantaduemilacentonovantacinque metri di sudore, fatica e impegno sportivo, è stato proprio il senso di appartenenza a un popolo di podisti che condivide una passione che va oltre lo sport. Martino sante Ancona Francesco Buonanuova, Vitantonio Caramia, Leo Carriero, Francesco Cervellera, Michele D’Arcangelo, Rocco Iacovelli, Michele Lafornara, Marco Leva, Giovanni Nardelli, Maria Neglia, Tommaso Ondeggia, Roberto Pizzigallo, Giuseppe Pricci, Angela Raguso, Gianni Schiavone, Vitantonio Semeraro, Antonella Urbinello, Michele Devito (Gruppo Paolotti).
Diciannove storie una diversa dall’altra, motivazioni differenti, preparazione e approcci adeguati alle caratteristiche individuali, ma alla base la stessa voglia di affrontare l’avventura che portò Filippide da Maratona ad Atene, con l’intento di tagliare il traguardo, ancora sotto al Colosseo, e poter dire “io c’ero”. Dal punto di vista strettamente tecnico va segnalata l’ottima prestazione di Marco Leva, che con il tempo ufficiale di 2h 54’ 32” si è piazzato al 137-esimo posto assoluto, che su oltre 14.000 arrivati è davvero un risultato di grande spessore.
Diversi sono stati gli atleti del gruppo Palestra Marathon ad aver affrontato e chiuso la propria prima maratona a Roma, in un clima certamente suggestivo e coinvolgente. Alcune frasi, prese qua e là tra loro, parlano di “lacrime di gioia”, “forte emozione”, “ricordi indimenticabili”, “tanta allegria e voglia di stare insieme”, “un mare di emozioni”. Naturalmente la gara è stato il momento finale di una preparazione che si è svolta durante l’inverno tra tabelle da seguire, percorsi e allenamenti da affrontare insieme o da soli. Un grande affiatamento tra i compagni di squadra, griffati “Tagliatore –Lerario”, accompagnati da un manipolo di parenti e amici e seguiti da chi era rimasto a casa con aggiornamenti continui su whatsapp. Tutti hanno portato la caparbia martinesità sui sampietrini romani, affermando al termine, sotto il traguardo, ancora una volta: “il dado è tratto”.