“Sanremo e’ un po’ una giungla e questi due brani tra quelli del nuovo album mi sembravano i due ‘figli’ che se la possono cavare…”. Dopo la vittoria del Premio della Critica tra le Nuove Proposte lo scorso anno con il brano ‘Il postino (amami uomo)’, Renzo Rubino parla cosi’ del suo ritorno in gara al Festival di Sanremo, questa volta tra i Big, con ‘Ora’ e ‘Per sempre e poi basta’, i primi due singoli del nuovo album ‘Secondo Rubino’, in uscita il 20 febbraio su etichetta Atlantic/Warner Music.
Il cantautore pugliese è stato immediatamente promosso fra i Campioni, unico della triade di Giovani finalista del 2013, dopo aver fatto incetta di riconoscimenti: dal Premio Next Generation dei Wind Music Awards, fino al Premio Lunezia per la qualità musical-letteraria dell’album ‘Poppins’.
“Sono il più giovane fra i Campioni di Sanremo 2013: sono molto felice dell’invito da parte di Fabio Fazio e del Festival”, spiega Renzo Rubino. A chi gli chiede se lo abbiano ferito le polemiche intorno alla sua promozione tra i Big, risponde: “No, assolutamente. So dell’opportunità che mi è stata data. So che ci sono molti artisti che si meritano più di me quel palcoscenico. Ma io da parte mia non ho fatto altro che presentare due canzoni”, aggiunge sorridendo. “Ho cose da raccontare – dice – ho voglia di raccontarle. Sono fiero e onorato di raccontarle su quel palcoscenico. Sono qui inaspettatamente, ma con la consapevolezza di essere un ingranaggio reale, seppur microscopico, e la voglia di lasciare un graffio, un segno del mio passaggio”.
Il brano “Ora” è una riflessione su uno stato di infelicità generale, latente e opprimente. “Ci sono persone -spiega Renzo- che lavorano tanto, si impegnano al massimo, ma sono insoddisfatte della loro vita. Dovrebbero fermarsi e guardarsi allo specchio: capire e reagire… darsi un voto e soprattutto un volto”. L’altra traccia sanremese ‘Per sempre e poi basta’ nasce da emozioni più intime: “L’ho scritta -racconta- quando ho vissuto la mia prima sofferenza per amore. Penso che sia una delle mie canzoni più belle: è l’ultimo bacio di una storia d’amore che finisce. Senza rancore o rabbia ma con la malinconia delle cose che finiscono ma che rimangono nei ricordi”.
La memoria ha un ruolo essenziale nei testi dell’album ‘Secondo Rubino’. “Fra i temi centrali del disco -dice l’artista- c’è la rivalutazione del presente legato alla nostalgia dei ricordi belli. La memoria è fondamentale, ma non bisogna vivere soltanto di ricordi. Le 11 tracce del cd ‘Secondo Rubino’ sono un insieme di racconti nati lungo il sentiero fra risate pazzesche e alcune lacrime. Ci siamo chiusi in cantina con un gruppo di amici musicisti miei coetanei ed è stato un viaggio bellissimo”.
Dall’arrangiamento rarefatto e carico di groove di ‘Ora’ alle influenze operistiche di ‘Per sempre e poi basta’, i due brani sanremesi mostrano un Rubino più maturo e completo come autore dei testi (che firma con il produttore del disco Andrea Rodini) e delle musiche, che si muovono fra tradizione classica e sperimentazione d’avanguardia con il suo caratteristico gusto retrò.
“Io cerco sempre la novità musicale -racconta Rubino- purché sia spontanea, emotiva e mai forzata. Sul fronte sonoro, la spina dorsale del cd ‘Secondo Rubino’ sono gli archi. È stato fondamentale il contributo dei musicisti, che hanno curato gli arrangiamenti delle canzoni assieme a me e Rodini, a parte ‘Piccola’ firmata dal solo Andrea Libero Cito e la traccia finale ‘Colazione’ affidata come nel disco precedente a Marcello Faneschi, direttore d’orchestra e amico di Domenico Modugno, che mi onora della sua amicizia e stima”.
Uno dei brani più struggenti e intensi è “Monotono”, che nel suo incedere classico con un respiro da colonna sonora cinematografica intreccia due vite complicate: una persona cara a Renzo che non è riuscita a sopportare il proprio malessere mentale (“Il suicidio è un gesto villano, perché fai del male a chi ti ama, a chi resta e non comprende le ragioni di una simile scelta”, dice Renzo) e un altro che affronta consapevolmente il proprio stato, aggrappandosi a Dio e a un sentimento non corrisposto. Infine, la scelta del titolo ‘Secondo Rubino’ che è una precisa dichiarazione d’intenti. “Io sono sempre arrivato secondo, ma quel piazzamento spesso si è rivelato una vittoria. Non mi sono mai sentito appagato, ho sempre fame. Mi auguro di non essere mai sazio, di nulla. E di non trovare mai il punto d’arrivo: voglio continuare a vivere, gioire e soffrire”, conclude l’artista.
(Adnkronos)