Si comprende ampiamente la disperazione di alcuni lavoratori dell’ITN (ditta di confezione di abiti da uomo, considerata per molto tempo leader del sistema delle pmi del settore confezioni di Martina), determinata dalle enormi difficoltà incontrate nella individuazione della strada da percorrere per fronteggiare la grave crisi, che ha colpito l’impresa causando la cassa integrazione per circa 140 lavoratori fin dalla metà del 2012.
Persino il percorso per affermare il diritto ad utilizzare gli ammortizzatori sociali è stato accidentato e continua ad esserlo, se è vero come è vero che ad oggi, conclusosi il primo anno, anche per la grave situazione politica nazionale, alle famiglie non è arrivato alcun sostegno, creando loro una situazione del tutto insostenibile.
E come se tutto, ciò di per sé, non fosse già abbastanza drammatico, purtroppo questa situazione di vera e propria indigenza non è neanche il problema più grave, poiché è la perdita del lavoro il macigno più gravoso, difficile da rimuovere,ma devastante negli effetti che produrrà alle famiglie coinvolte, alla società e al sistema produttivo locale.
La CGIL, all’indomani della decisione dell’impresa di mandare a casa 140 operai, ha messo in atto, con il consenso dei lavoratori, tutti gli interventi idonei ad affermare il diritto all’utilizzo degli ammortizzatori sociali
“Su questo si è impegnato il sindacato – dicono dalla CGIL – e su questo continuerà a farlo nella convinzione che occorre mantenere alta l’attenzione della città su queste problematiche, consapevole della grave situazione in cui versano le famiglie dei lavoratori senza lavoro e della necessità di inserire la loro sacrosanta lotta per la difesa del loro lavoro in un impegno più ampio a trovare soluzioni che sostengano un contenimento della crisi. Occorre pertanto – dice Isabella Massafra della CGIL di Martina (nella foto) – rilanciare nella città l’attenzione su questi temi, che non possono essere considerati marginali e lasciati nelle sole mani dei lavoratori e del sindacato”.