Un racconto su Martina Franca, una discussione sul suo essere città, sul suo essere in divenire luogo accogliente, madre o matrigna, culla o tomba. Un ragionamento sullo spazio e sul tempo. “Sit tibi terra levis” è un incontro organizzato nell’ambito del Festival ArteFranca Doc, che dal 2 agosto scorso riempie Villa Carmine di musica, teatro, laboratori di riciclo e riuso, attività per bambini e Manufacta, dall’associazione Terra Terra. L’appuntamento è per martedì 6 agosto alle 19:00, in Villa Carmine, appunto, nello spazio conferenze di ArteFranca Doc.
La locuzione latina che dà il titolo all’incontro è un augurio, una frase esemplare che i vivi possono dire ai morti (in origine si riferiva al peso della terra di sepoltura sul corpo del defunto) ma, forse, è anche una frase che oggi i morti possono dire ai vivi. E racconta dell’eterna dualità tra la vita e la morte, tra il bene e il male, tra il mondo degli uomini e il mondo delle divinità, in altre parole, dell’invenzione della città e dell’ancestrale bisogno dell’uomo di identificarsi in una socialità, in una collettività.
Cosa c’entrano Caino e Abele con la città di Martina Franca? Cosa c’entra Platone e la sua polis? Cosa c’entrano le grotte? Cosa c’entra l’arte? Quattro chiacchiere tra un architetto e mezzo, un professore, due speleologi, un assessore e un geografo. Ne resterà soltanto uno.