FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA – Domani, giovedì 1 agosto alle ore 17.30 presso l’Auditorium della Fondazione Paolo Grassi è in programma la cerimonia di consegna del Premio Giornalistico dedicato alla memoria di “Lorenzo D’Arcangelo”. Il premio giornalistico “Lorenzo D’Arcangelo” ricorre ogni anno dal 1995 in concomitanza del Festival della Valle d’Itria. Viene assegnato al critico che ha saputo meglio raccontare la manifestazione nella precedente edizione, attraverso i suoi articoli e i servizi giornalistici. Il premio consiste in una cantinetta di cinquanta bottiglie di vino Martina Franca d.o.c. con etichetta speciale personalizzata.
Quest’anno il prestigioso Premio che vanta nell’albo delle precedenti edizioni nomi illustri della critica teatrale-musicale internazionale, è stato assegnato a Francesca Nesler, giornalista televisiva e regista del programma “La Musica di Rai Tre” che al Festival della Valle d’Itria ha dedicato una puntata speciale; puntata che sarà proiettata nell’Auditorium della Fondazione domani, in occasione della cerimonia di consegna del Premio.
Chi è Francesca Nesler?
Finiti gli studi di filosofia all’Università di Firenze, nel 1993 comincia a lavorare in Rai, come programmista – regista, presso la sede regionale di Bolzano, città dove è cresciuta. Lì si occupa, per la diffusione regionale, di trasmissioni radiofoniche settimanali e di un magazine televisivo bisettimanale. Nel comporre tale rotocalco, comincia dal 1995 ad occuparsi di musica in televisione. Negli anni altoatesini si occupa anche di teatro civile con Artisti senza Frontiere, idea e realizza manifestazioni culturali per conto della Provincia Autonoma di Bolzano e realizza documentari legati a storie di musica (“Jazzprofiles”, “Storie di bande”, “Della musica e della memoria” e cura il dvd “Paolo Fresu Lookabout” edito da Stampa Alternativa). E’ dal 1999 che si occupa soprattutto di musica colta; trasferita a Roma, a Rai Tre, si specializza nella regia dal vivo di eventi di musica classica e lirica per La Musica di Rai Tre, programma di cui da 5 anni è anche autore responsabile. Sempre a Rai Tre si occupa, per alcuni anni, della realizzazione di puntate sul dietro le quinte delle opere allestite nei maggiori teatri italiani per la trasmissione settimanale Prima della Prima. Obiettivo comune a tali esperienze è quello di indagare nuove modalità e cercare nuovi spazi per la comunicazione televisiva della musica seria, che le logiche commerciali relegano nelle pieghe dei palinsesti notturni; la convinzione è che, invece, la musica possa essere un prodotto di assoluto appeal anche televisivo. Questo impegno si è tradotto nell’ideazione e nella proposta di nuovi format televisivi sulla musica (ultimo fra questi “Sostiene Bollani”), nello sviluppo del sito web della trasmissione e nell’approccio ai social network, ma anche, per quanto riguarda opere e concerti dal vivo, nella ricerca di nuove modalità di ripresa che arrivassero a raccontare al telespettatore la musica dall’interno. La musica va raccontata, vanno tracciate strade perché possa esserne riconosciuto il fascino, l’emozione, perché il pubblico italiano possa riavvicinarsi ad un elemento tanto fondamentale per il suo DNA culturale. La televisione, nel proprio ruolo di servizio pubblico, deve aiutare tale riavvicinamento e stimolare la creazione di un nuovo pubblico per la musica colta, un pubblico giovane che possa riempire nuovamente teatri e sale da concerto italiane. In quest’ottica nasce anche il ciclo dedicato ai festival che La Musica di Rai Tre programma, da quattro anni, nel mese di settembre, ciclo entro il quale si colloca lo Speciale sul Festival della Valle d’Itria del 2012. Documentari sulle proposte artistiche e musicali che animano le estati degli italiani, per raccontare l’altissima qualità che viene offerta, secondo precise direzioni artistiche, ad un pubblico più vario, curioso e fresco di quello che sceglie di popolare i teatri nel corso dell’anno. E per raccontare i territori che li creano e li ospitano, alla ricerca di una precisa connotazione, territori grati del legame indissolubile che si stabilisce negli anni con il Festival e con lo strano pubblico che il Festival porta con sè.
L’albo del premio
Comprende grossi nomi del giornalismo musicale nazionale ed internazionale: Giovanni Carli Ballola, L’Espresso (1995), Franco Chieco, La Gazzetta del Mezzogiorno (1996), Angelo Foletto, La Repubblica (1997), Paolo Isotta, Corriere della Sera (1998), Antonio Rossano, RAI3 (1999), Giorgio Gualerzi, Famiglia Cristiana e L’Opera (2000), Alberto Mattioli, Il Giorno (2001), Geerd Heinsen, Orpheus Oper International di Berlino (2002), Sabino Lenoci, L’Opera di Milano (2003), Sandro Cappelletto, La Stampa (2004), Duilio Courier, Amadeus (2005), Antonio Francisco Rosado, Opera Actual di Barcellona (2006), Ash Khadekar, Opera Now (2007), Giancarlo Landini, L’Opera (2008), Nicla Sbisà, la Gazzetta del Mezzogiorno(2009), Carla Moreni, Il sole 24 ore (2010), Elvio Giudici, Il Giorno e Classic Voice (2011), Josè Minervini, Corriere del Giorno (2012).