In una interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione e all’assessore alla Salute, il consigliere regionale Pdl Pietro Lospinuso ha documentato, come si legge nella sua nota illustrativa “forte di riferimenti legislativi ed atti amministrativi tutti convergenti, l’illegittimità del declassamento effettuato dalla direzione generale della ASL di Taranto di strutture ospedaliero di sicura qualità e di rilevanza strategica quali: l’S.O. di Anestesia ed Ortopedia di Grottaglie, Pediatria di Castellaneta, Allergologia e Gastroentorologia del SS.ma Annunziata, Nefrologia e Dialisi di Manduria e di Martina Franca, Patologia Clinica di Castellaneta e Martina Franca, Farmacia di Manduria, Martina Franca e Castellaneta, Direzione Amministrativa di Manduria, Martina Franca e Castellaneta, Riabilitazione del SS. Annunziata, di Cardiologia/UTIC del Moscati, Dipartimento di Riabilitazione n. 1 S.C. A ciò si aggiungono le strutture di Geriatria Moscati, Otorino Moscati, Patologia Clinica P.O. Orientale, Urologia Martina Franca, Ostetricia e Ginecologia P.O. Orientale, Endocrinologia SS.ma Annunziata; Pediatria P.O. Manduria; Ser.t Manduria-Grottaglie; Ser.t Martina-Massafra; Ser.t Castellaneta, Medicina Legale POC, di cui alla nota della CGIL citata nell’interrogazione.
“Oltre ad altre svariate violazioni di legge, tali declassamenti – prosegue Lospinuso – oltre ad essere devastanti per quel che resta del tessuto sanitario jonico, anche perché preconizzano una successiva chiusura delle strutture in questione, sono stati infatti effettuati in assenza dell’atto aziendale che solo potrebbe legittimarle”.
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A sostegno di tale tesi l’interrogante adduce tra l’altro “con le loro argomentazioni, una interrogazione del consigliere Cervellera, una nota della CGIL e soprattutto una diffida dell’assessore Gentile platealmente ignorata dalla direzione generale della ASL di Taranto, peraltro già incappata sulla stessa materia in un grave infortunio, quale la delibera immediatamente ritirata che a sua volta declassava tre distretti socio-sanitari”.
In conclusione Lospinuso chiede al presidente Vendola e all’assessore Gentile di sapere: “ A) se nella ASL di Taranto hanno vigore le disposizioni contenute nell’art. 3 del D.lgs. n. 502/92, nell’art. 19 della L.R. n. 4/2010, nell’art. 1 della L. 191/2009 e nelle DD.GG.RR. nn. 468/2010 e 1388/2011; B) se ritengano, ad onta di quanto in premessa, che la ASL di Taranto potesse procedere al declassamento, più o meno a casaccio, di numerose ed importanti strutture complesse della rete sanitario-ospedaliera jonica in assenza dell’ “atto aziendale” che avrebbe dovuto essere adottato entro 60 giorni dal 28 febbraio 2010, ed in violazione della delibera di GR n. n.1388 del 21/6/2011 che sanciva la necessità e la propedeuticità da parte delle ASL dell’adozione del suddetto “atto”; C) se ritengano, anche alla luce di altre altalenanti vicende quali quelli relative alla DGR n. 1730/2013 in materia di declassificazione di distretti socio-sanitari, rocambolescamente durata – di fronte alla prova di palese illegittimità – lo spazio di pochi mattini, di dover adeguatamente intervenire a garanzia di una corretta gestione della ASL Taranto, dando anche conseguente seguito alla succitata “diffida” del 21 giugno u.s, a firma dell’Assessore Gentile; D) se debba considerarsi inesorabile ed irreversibile la desertificazione ed il declassamento in atto della Sanità jonica, nella disattenzione sistematica del Governo regionale; E) se non ritengano, alla luce di quanto sopra, di esigere la revoca immediata delle delibere del direttore generale ASL TA succitate con le quali lo stesso ha proceduto a rivoluzionare i propri assetti organizzativi senza rispettare i vincoli imposti da leggi e regolamenti ancora pienamente vigenti”.