La V Commissione regionale ha affrontato il tema degli investimenti di edilizia sanitaria con particolare riferimento allo stato dell’arte degli ospedali di Fasano-Monopoli, Taranto e il Centro grandi ustionati di Brindisi.
Il presidente della Commissione Donato Pentassuglia ha chiarito ufficialmente l’equivoco con l’assessore Giovanni Giannini, sorto nel corso della precedente seduta in merito alle assenze del Governo regionale. Si è trattato di un errore tecnico, in quanto la convocazione non sarebbe arrivata correttamente al destinatario, per cui l’assessore non è stato messo nelle condizione di poter partecipare alle audizioni programmate in Commissione. Anche l’assessore Elena Gentile ha ricordato che la sua assenza sempre nell’ambito della stessa seduta della V Commissione era stata ampiamente giustificata al presidente.
Pentassuglia ha sottolineato l’importanza del confronto della Commissione con il governo per garantire un continuo raffronto soprattutto quando si tratta di temi delicati e importanti per il territorio. Tutto bloccato al momento per la sede degli uffici regionali di Taranto. Le procedure sono sospese per effetto delle nuove norme intervenute.
L’assessore Elena Gentile ha reso noto alla Commissione tutti gli atti di programmazione e di inquadramento generale del tema a partire dal 2005 ad oggi. “La Regione Puglia – ha spiegato Elena Gentile – ha elaborato, il Piano di rientro e di riqualificazione del Sistema Sanitario Regionale 2010-2012 con l’allegato Programma Operativo, che è stato oggetto dell’Accordo del 29/11/2010 sottoscritto tra il Ministro della Salute, il Ministro dell’Economia e delle Finanze ed il Presidente della Regione Puglia. Detto Piano di rientro, ratificato con legge regionale 9 febbraio 2011 n.2, fatta salva la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, prevede il riordino della rete ospedaliera regionale, da cui si attendono ricadute economiche associate alla riduzione dei ricoveri, alla riduzione dei posti letto per acuti, alla trasformazione o disattivazione di stabilimenti ospedalieri”.
“Il riordino della rete ospedaliera della Regione Puglia – ha continuato l’assessore alle politiche della salute – è finalizzato al miglioramento della qualità ed appropriatezza dell’offerta ospedaliera ed al contenimento della relativa spesa; nell’ambito del piano di riordino della rete ospedaliera si è resa necessaria, a seguito della avvenuta chiusura degli stabilimenti ospedalieri già individuati con la prima e la seconda fase del Piano di riordino e contestualmente alla definizione delle ipotesi di riconversione di alcuni dei presidi disattivati, la proposizione di un Piano di Investimenti organico, capace di rappresentare le scelte complessive di riorganizzazione dell’offerta sanitaria ospedaliera in Puglia e di dare concreta attuazione alla parte della strategia regionale che aspira ad aggredire principalmente l’obiettivo dell’ammodernamento della rete ospedaliera”.
L’obiettivo per la Regione Puglia è una rete ospedaliera capace di perseguire i seguenti obiettivi specifici: promuovere la concentrazione dell’offerta ospedaliera di qualità in strutture nuove, funzionali e moderne, facilmente accessibili e dotate delle discipline previste dalla programmazione sanitaria regionale, delle tecnologie e dei servizi necessari per la piena esigibilità del diritto alla salute in condizioni di sicurezza e di efficienza; promuovere il superamento di presidi ospedalieri per i quali si presentano come inefficienti tecnicamente ed economicamente interventi di ristrutturazione e adeguamento alle normative vigenti ovvero di ampliamento e di ammodernamento, in quanto obsoleti o situati in contesti urbani congestionati; completare l’articolazione della rete ospedaliera del SSR con strutture di grande e media dimensione e di riferimento provinciale o sub-provinciale, allocate in aree strategiche da un punto di vista dell’accessibilità, capaci di assorbire la domanda di salute che richiede prestazioni ospedaliere, riducendo la mobilità intraregionale della popolazione pugliese; ridisegnare, completandola, l’offerta specialistica della rete ospedaliera pugliese in modo da incidere sulla mobilità passiva generata dalla domanda di prestazioni ospedaliere da parte della popolazione pugliese rivolta a strutture di fuori Regione.