Il Sindaco Franco Palazzo va avanti per la sua strada.
Proprio nel giorno del suo compleanno convoca una conferenza stampa, insieme con Lucia Maffei, vice sindaco con delega all’ambiente, Simone Ceppaglia, dirigente dello sportello unico attività produttive, e Giuliano Dompietro, Dirigente al patrimonio e all’ambiente. Tema: una proposta da portare in consiglio comunale perché venga indetta al più presto una gara-appalto per la raccolta dei rifiuti, che si baserà essenzialmente sul principio della raccolta differenziata. «Il nostro obiettivo – ha annunciato il Sindaco – è quello di raggiungere entro un paio di anni la soglia del 40% di raccolta differenziata, così come previsto dalla legge, e di abbattere del 60% il costo della raccolta dei rifiuti, che oggi pesa sulle tasche dei cittadini per un importo complessivo annuo di oltre nove milioni di euro». L’esigenza del nuovo appalto nasce dalla considerazione che la gestione dei rifiuti urbani è attualmente affidata “in prorogatio” alla Tradeco sulla base di un contratto ormai vecchio di quindici anni. A questo punto, viste anche le lungaggini dell’ATO, che dovrebbe indire una gara unica per tutti i comuni appartenenti all’ambito di appartenenza, il Sindaco decide di rompere gli indugi e di portare in consiglio comunale, probabilmente già nella prossima seduta del 14 aprile, il progetto elaborato dall’ingegner Simone Ceppaglia. La decisione di presentarlo in conferenza stampa non è di tipo “politico”, dice il primo cittadino, ma è l’inizio di una campagna di sensibilizzazione per la formazione e l’informazione dei cittadini, per fare insieme con l’amministrazione quel «salto di qualità» ormai inderogabile. La presentazione dei dettagli tecnici la fa proprio Ceppaglia, che vi ha iniziato a lavorare subito dopo la sua nomina a dirigente delle attività produttive. «Sarà un progetto in regime di project-financing, della durata di quindici anni, in cui l’impresa che vincerà la gara potrà ammortizzare i suoi investimenti già nell’arco di cinque anni. Il progetto si basa sulla normativa 152 del testo unico della Regione Puglia, che prevede il riutilizzo da parte dei comuni del materiale ricavato dalla raccolta differenziata». Attualmente, la città di Martina produce oltre 25 mila tonnellate di rifiuti all’anno, che vengono portati nella discarica di Massafra, con tutti gli oneri che ciò comporta. Il progetto che verrà sottoposto all’attenzione dei consiglieri comunali prevede la messa in atto di una raccolta differenziata che verrà realizzata “porta a porta” quotidianamente per la parte dei rifiuti organici, con cadenza bi-settimanale programmata, invece, per quanto riguarda gli altri rifiuti riciclabili. Ad ognuno degli oltre undicimila nuclei familiari verrà consegnata una bio-pattumiera, oltre ai sacchi per eseguire in casa la raccolta differenziata dei rifiuti. In particolare, la parte “putrescibile” dei rifiuti, più carta, cartone e plastica, una volta raccolta verrà lavorata in un impianto di riciclaggio, completamente al chiuso (senza problemi di inquinamento atmosferico, quindi) che sarà in grado di produrre, attraverso il suo processo di lavorazione, anche acqua e gasolio riutilizzabili dalla stessa azienda. Tra l’altro, l’impianto produrrà energia elettrica per due megawatt/ora, pari a circa un milione e 200 mila megawatt all’anno che potranno essere venduti. «Facendo due semplici calcoli – ha osservato Ceppaglia – se per ogni megawatt si ha un contributo di 246 euro, si arriva facilmente alla cifra di oltre due milioni e mezzo di euro». Se l’impianto verrà realizzato in una zona ad alta densità industriale, inoltre, (la località verrà scelta dal consiglio comunale, e sarà data in fitto alla ditta appaltatrice, con ulteriore introito per il comune) sarà possibile fornire energia elettrica alle aziende circostanti, con un notevole ritorno anche dal punto di vista del risparmio energetico.
Se a tutto ciò si aggiunge il risparmio di due milioni e settecentomila euro che attualmente il comune spende per portare i rifiuti nella discarica di Massafra, (con l’aumento previsto di altri ottantamila mila euro per il ristoro ambientale) ed alla spesa “zero” per i costi di raccolta (che sarebbero tutti a carico dell’azienda), si capisce che l’operazione, oltre al non secondario aspetto della riduzione dell’impatto ambientale, andrebbe ad influire positivamente sulle spese del Comune, che potrebbe così abbassare la tanto famigerata Tarsu. Dal punto di vista finanziario, Ceppaglia ha anche annunciato di aver ricevuto un parere favorevole da parte della Regione Puglia, in quanto si potrebbe usufruire del POR 1.8, misura 3, che consente ai comuni di accedere ai finanziamenti regionali per interventi di tale tipo.
Inoltre, «le banche stanno finanziando questo genere di progetti», ha affermato l’ingegnere,
ribadendo il fatto che l’operazione porterebbe vantaggi economici tanto al comune quanto all’impresa appaltatrice. E non ultimi, ai cittadini. «Siamo fiduciosi che su questo argomento il consiglio comunale troverà comunione di intenti», hanno detto in coro sia il Sindaco che il vice-Sindaco, «in quanto si tratta di una proposta che mette in primo piano le esigenze della città».
Fonte: Tarantoggi