Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo, ha presentato questa mattina la 39esima edizione del Festival della Valle d’Itria.Con lei, il presidente della Fondazione, Franco Punzi, l’assessore Nunzia Convertino, a rappresentare il Comune di Martina Franca ed il direttore artistico del Festival, Alberto Triola.
“ Siamo alla vigilia dei primi 40anni- ha esordito l’assessore regionale- di un evento che ha la straordinaria specificità di saper coniugare la più grande tradizione lirica italiana ed internazionale con le opere poco note o, addirittura, mai eseguite.
“Un evento che trova grande valenza pedagogica, anche nel saper interagire con i compositori contemporanei. Un evento che incastona tutto ciò in un territorio tra i più belli della Puglia, tra i più amati dai turisti, ma un territorio che, nonostante ciò, non ha la vocazione alla mondanità, quanto, invece, all’autenticità.”
L’assessore Godelli ha colto l’occasione della conferenza stampa per puntualizzare come il Festival della Valle d’Itria, sia una manifestazione assolutamente pubblica: la Regione, il Comune di Martina e l’Associazione dei Comuni del territorio ne costituiscono infatti la struttura. “ Poi ci sono, come è giusto che sia- ha detto la Godelli- le sponsorizzazioni da parte dei privati, ma tanto è bastato a livello centrale per non far entrare il Festival della Valle d’Itria nel novero delle 5 manifestazioni estive che hanno ricevuto un contributo da parte dello Stato. Quindi- ha continuato Silvia Godelli- oltre all’invito ai soci della Fondazione a specificare ancor meglio la sua natura, per evitare nuovi fraintendimenti, pongo l’accento sul fatto che questo è l’ultimo anno permesso sulla programmazione europea: il settennio 2007-2013 si conclude con quest’edizione e dalla prossima i problemi saranno notevolissimi. Credo giusto, anzi, doveroso, che il Governo italiano, e non il singolo Ministro, si faccia carico della Cultura che nel nostro Paese non può venir meno. Indicata dalla Carta costituzionale come fondamento della vita civile, rappresenta troppa parte della nostra Storia per risultare assente nel nostro futuro. Da qui l’invito pressante ad interventi organici”.