“Il Papa non è solo, tutti i suoi più vicini collaboratori sono lealmente fedeli al pontefice e profondamente uniti a lui”. Il segretario di Stato vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, risponde ai commenti apparsi sui principali giornali italiani che dipingono Benedetto XVI costretto nel suo studio, solo e amareggiato per “l’ostilità pronta all’attacco”, o “l’odio senza timore e riserbo”, come lui stesso ha scritto nella lettera ai vescovi di tutto il mondo, che gli hanno riservato alcuni ambienti cattolici critici verso la sua decisione di sollevare dalla scomunica quattro vescovi lefebvriani, in specie il vescovo negazionista Williamson.
“Il Papa non è solo”, ha ribadito con determinazione il segretario di Stato intervenendo a margine di un convegno a Roma sulle nuove forme di comunicazione sociale. “La priorità che il papa ha posto fin dall’inizio del suo pontificato è di promuovere l’unità all’interno della chiesa e con gli altri cristiani. Nonostante qualche voce stonata – ha ammesso Bertone – Benedetto XVI in questi momenti ha sentito anche la comunione di molti vescovi”.
A cominicare proprio dagli episcopati che hanno disapprovato la decisione del Pontefice verso gli scissionisti. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch questa mattina ha incontrato il pontefice e, intervistato dalla Radio Vaticana, ha detto che la lettera di papa Ratzinger ai vescovi in cui spiega il perché della sua scelta, è “un segno che il Papa desidera entrare in colloquio con i vescovi”.
Anche l’arcivescovo di Parigi, cardinal André Vingt-Trois si è affrettato a sottolineare che le parole usate nella lettera del Pontefice lasciano la possibilità di esprimere un “attaccamento profondo alla chiesa”, e viva soddisfazione è stata manifestata dai presuli svizzeri che, per voce di monsignor Pier Giacomo Grampa, vescovo di Lugano alla Radio Vaticana, hanno “accolto la lettera del Santo Padre con profonda commozione”.