Pioggia di 5 in condotta agli scrutini intermedi. E le lingue hanno la meglio sulla matematica nelle insufficienze dei ragazzi. Dai dati del ministero dell’Istruzione, al termine degli scrutini del primo quadrimestre nella scuola secondaria di secondo grado, risulta che il 72% degli studenti ha riportato almeno una insufficienza (nel 2008 era il 70,3%). Le maggiori carenze negli Istituti professionali (con l’80% dei ragazzi che ha riportato insufficienze) e nelle regioni del Centro Sud. Nel Meridione anche il record dei 5 in condotta. Dati che allarmano in particolare per gli studenti dell’ultimo anno che, anche con una sola insufficienza (condotta compresa), non saranno ammessi all’esame di Stato.
I dati. Nell’elenco delle pagelle con insufficienze seguono gli istituti tecnici (78,1%), i licei artistici e gli istituti d’arte, gli ex magistrali, i licei scientifici e i classici. Gli studenti “più bravi” sono del linguistico: il 40,1% è arrivato agli scrutini intermedi senza insufficienze. Carenze uniformi tra le diverse zone del paese (Nord 70,1%, Centro 74,0%, Sud e isole 74,4%). Ma le insufficienze al Sud crescono. Tra le discipline, le lingue straniere superano la matematica e diventano la materia che registra il maggior numero di insufficienze (63,3%, nel 2008 erail 62,2%).
I 5 in condotta. Sono stati 34.311, dei quali 8.151 con la sola insufficienza in comportamento. I più indisciplinati agli istituti professionali, seguono i tecnici. Nella scuola media i ragazzi con almeno una insufficienza sono stati il 46%, ma a differenza delle scuole superiori le carenze si distribuiscono in modo abbastanza omogeneo tra le principali discipline
Iscrizioni alle elementari. Il ministero ha diffuso un campione statisticamente significativo delle richieste di iscrizione alle elementari. Un sostanziale “bocciatura” del modello del maestro unico: sei famiglie su dieci hanno scelto l’orario scolastico delle 30 ore, mentre il 34% chiede la 40 ore. Analizzando le iscrizioni per l’anno scolastico 2009-2010 di un campione di circa 900 scuole rappresentative, e distribuite tra tutto il territorio nazionale, risulta dunque che il 3% ha scelto le 24 ore, il 7% le 27 ore, il 56% le 30 ore, il 34% le 40.
Gelimini: “Maestro unico, figura indispensabile”. Il ministro Gelmini precisa: tutti i modelli orari prevedono il maestro unico di riferimento “e non solo quello a 24 ore come qualcuno sostiene in maniera imprecisa. Sarà una figura indispensabile per la formazione del bambino come in tutti i paesi europei”.
Fioroni: “Dopo i tagli nessuna garanzia”. L’ex ministro dell’istruzione, oggi responsabile educazione del Pd, si chiede: “La scelta delle famiglie italiane (le 30 ore, ndr) si basa sul modello precedente che prevedeva mensa e compresenza di docenti. Come farà il governo, fra tagli e scelte fatte, a garantire gli standard di qualità a cui i genitori erano abituati? Le 30 ore non daranno gli stessi effetti”. Un quadro che Fioroni definisce “preoccupante: “Risorse falcidiate dal bilancio per colpa di una Finanziaria che di fatto smantella il nostro sistema dell’istruzione. E’ facile mettere 5 in condotta – continua – ma se le scuole non hanno le risorse per recuperare e integrare, aumenteremo solo la dispersione scolastica, e diminuirà il numero dei ragazzi che giunge alla maturità con una preparazione adeguata”.
Cisl e Cgil: “Agli italiani non piace il maestro unico”. “Le proiezioni sulle richieste di iscrizione alla scuola primaria non lasciano adito a dubbi: alle famiglie italiane il modello del maestro unico piace poco o nulla – commenta Francesco Scrima, segretario generale di Cisl Scuola – ad essere preferiti e richiesti sono i modelli che da anni vedono la nostra scuola primaria in testa alle classifiche internazionali”.
“Se le proiezioni fatte dal ministero saranno rispettate – dice Domenico Pantaleo, segretario di Flc Cgil – si prospetta un aumento della richiesta del tempo prolungato. Ora il governo mantenga i suoi impegni e trovi le risorse necessarie”.
Fonte: La Repubblica