Caffè Partenope Napoli – Due Esse Basket Martina 49-66
22-18, 8-8, 8-20, 11-20
Caffè Partenope Napoli – Guida, Lettieri 3, Maino 6, Izzo 2, Cirillo, Dello Russo 6, Marinelli, Di Santo 15, Nuzzo, Scala 10. Coach: Falasconi
Due Esse Basket Martina – Roselli 13, Parisi 5, Valentini 19, Raffaelli 6, L.Mauti 15, Rollo, Crovace 5, Piscitelli 2, J. Mauti n.e., Lasorte n.e. Coach: Parisi
Arbitri: Barilani di Roma e Desideri di Viterbo
Napoli – la Due Esse Martina si dimostra più forte delle difficoltà e vince meritatamente sul campo del Caffè Partenope Napoli col punteggio netto di 49-66, pur senza allenatore in panchina. E’ chiaro che l’assenza del coach – Terruli è dimissionario da lunedì pomeriggio, con la società che non ha ancora valutato se accettare o meno le dimissioni per impegni precedentemente assunti dai consiglieri – ha responsabilizzato ulteriormente un gruppo che nel girone di andata aveva stupito tutti per il rendimento e per l’amalgama e che nel girone di ritorno sta dimostrando tutto il contrario di tutto.
E’ chiaro che una vittoria a Napoli, pur maturata in un contesto particolare non può bastare per archiviare le delusioni dell’ultimo mese ma la prestazione offerta da Valentini&co. lascia ben sperare. Soprattutto in difesa si è visto un atteggiamento differente della Due Esse con aiuti ripetuti che hanno prodotto diversi contropiedi. Il punteggio finale tra l’altro testimonia proprio questo con la squadra di casa sotto i 50 punti e la Due Esse lesta a chiudere l’incontro nel terzo quarto (8-20), dopo che il primo parziale (22-18) e sul secondo (8-8) erano stati all’insegna dell’equilibrio. Nell’ultimo periodo grazie ad una buona quanto efficace zone press la Due Esse ha controllato la gara, mantenendo il vantaggio (11-20). Capitan Parisi intanto ha sperimentato al doppia veste di allenatore-giocatore guidando la squadra prima dalla panchina e poi nei minuti finali dal campo. In doppia cifra a fine gara Roselli, Valentini (miglior realizzatore) e Mauti. Per il Napoli unico a finire in doppia cifra l’eterno Max Di Santo.
Ufficio Stampa